di Giulio Visigalli
Positiva la sottoscrizione del Btp Italia 2022, che nei primi 3 giorni ha raccolto oltre 5,4 miliardi di euro in attesa dell’apertura delle porte di domani agli istituzionali. Per questa emissione il rendimento minimo garantito è stato fissato dal Mef all’1,6% annuo, mentre il tasso definitivo sarà stabilito all’apertura delle contrattazioni di domani. Inoltre, per coloro che sottoscriveranno il titolo e lo deterranno fino a scadenza è previsto un bonus fedeltà complessivo pari all’1% del capitale investito, così distribuito: 0,4% se lo si detiene fino al 28 giugno 2026, sommato allo 0,6% nel caso l’investitore porti a scadenza il titolo.
Come sappiamo il Btp Italia è un’obbligazione indicizzata/collegata all’inflazione e come tale è concepita per aiutare gli investitori a proteggersi dall’impatto negativo dell’aumento dei prezzi al consumo. Ogni sei mesi il Btp Italia paga interessi a tasso fisso sul capitale rivalutato all’inflazione del semestre di riferimento, e questo sulla base dell’indice Istat basato sui prezzi al consumo per famiglie di operai e impiegati (Foi) ad esclusione dei tabacchi. Ma non solo, infatti, oltre a proteggerci dall’erosione di ricchezza, il Btp Italia offre un salvagente anche contro il rischio di deflazione (decrescita dei prezzi al consumo), in quanto il minimo garantito dell’1,6% rappresenta un floor di rendimento. A proposito, quanto potrebbe rendere il Btp Italia?
Il rendimento atteso dei Btp Italia
Se si considera come espresso dagli inflation swap per l’indice Foi sul periodo di 8 anni, si arriva a una stima di rendimento lordo annuo del 4,6%, se sarà confermata la cedola minima dell’1,6%. Se si ipotizza, invece, un tasso di inflazione medio del 2%, target della Bce, allora il rendimento atteso annuo lordo sarà di circa il 3,7%. In entrambi gli scenari, i rendimenti attesi sono superiori rispetto a quello che offrirebbe il Btp a tasso fisso con scadenza nel 2030, che è attorno al 3,4%. Per avere una situazione di pari convenienza tra il Btp Italia e il Btp a tasso fisso con scadenza simile, allora bisognerebbe avere un’inflazione media in 8 anni attorno all’1,67%.
Altri scenari di rendimento
Nel caso estremo di iperinflazione, come successe in Italia nel 1980, quando l’aumento dei prezzi al consumo raggiunse il 18%, allora in tal caso il Btp Italia offrirebbe una protezione soddisfacente del capitale investito. Anche nel caso di deflazione (-2%) il rendimento atteso annuo lordo sarà comunque positivo e questo concorre a rendere questo titolo una valida protezione dei propri risparmi.
Ricordiamoci che anche il Btp Italia, come gli altri titoli di Stato, è sensibile all’andamento dei tassi reale e quindi alle mosse di politica monetaria della Bce.