Con un patrimonio stimato da Bloomberg di 115 miliardi di dollari, Warren Buffett è una delle persone più ricche al mondo. A fronte di una simile fortuna, quante sono le tasse che paga ogni anno? Relativamente poche. ProPublica, un’organizzazione il cui scopo è quello di effettuare del giornalismo investigativo di interesse pubblico, ha messo in evidenza che l’aliquota fiscale applicata a Buffett, nel periodo compreso tra il 2014 ed il 2018, è stata pari allo 0,1%.
Ma perché uno degli uomini più ricchi al mondo ha beneficiato di un’agevolazione fiscale di questo tipo? Ci sarebbe da aspettarsi una situazione completamente diversa. Ma cerchiamo di capire meglio.
Le tasse di Warren Buffett
Warren Buffett, nel periodo compreso tra il 2014 ed il 2018, si è visto applicare un’aliquota fiscale dello 0,1% perché una parte significativa del suo reddito proviene direttamente dalle plusvalenze, che vengono tassate in maniera inferiore rispetto al reddito ordinario.
A spiegare come funziona la tassazione del miliardario, ci ha pensato Sara Sharp, fondatrice di SK&S Law Group e Acta Tax Consulting, che intervistata dal sito Gobanking Rates ha spiegato nel dettaglio il funzionamento del fisco statunitense.
Le aliquote fiscali sulle plusvalenze sono attualmente fissate allo 0%, 15% o 20%, a seconda del livello di reddito e del periodo di tempo in cui si detengono i propri investimenti. Ciò significa che se Buffett vende azioni o altri investimenti che ha detenuto per più di un anno, pagherà un’aliquota fiscale inferiore sui profitti.
A questo dobbiamo, poi, aggiungere, che Warren Buffet è famoso per gli sforzi filantropici. Una scelta non solo altruistica: gli permette, infatti, di ridurre ulteriormente le tasse che deve versare.
Attraverso le sue donazioni in beneficenza, Buffett può ridurre il suo reddito imponibile e, quindi, il suo debito fiscale. Donando beni con un valore cospicuo, come azioni o immobili, in beneficenza, può evitare di pagare l’imposta sulle plusvalenze e ricevere una detrazione per l’intero valore equo di mercato del bene donato.
Le scappatoie degli ultra ricchi
Sono diverse le scappatoie a cui possono ricorrere i miliardari statunitensi per ridurre le tasse. Non mancano, inoltre, le detrazioni a cui possono accedere per contenere le tasse da versare. Una situazione contro la quale si è scagliato lo stesso Warren Buffett, che ha sostenuto una riforma fiscale. L’obiettivo di questa riforma è proprio quello di andare a modificare questa situazione: secondo il guru della finanza, infatti, l’attuale sistema permette ai più ricchi di pagare un’aliquota fiscale inferiore rispetto alla classe media.
Nel 2011, Buffett scrisse un editoriale per il New York Times in cui aveva sottolineato che lui e i suoi amici miliardari sono stati coccolati per lungo tempo da un Congresso favorevole ai miliardari. Il miliardario aveva sollecitato il governo ad agire in merito.
Nel tempo, svariati governi USA hanno valutato l’idea di applicare una “tassa sui miliardari”. Per ultimo, Joe Biden nel suo discorso stato dell’Unione del 2023 a febbraio ha suggerito una tassa del 25% su tutta la ricchezza superiore a 100 milioni di dollari, che si stima debba essere applicata solo allo 0,01% degli americani.