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Quanto costa la casa? In 20 anni triplicate tasse immobili

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ROMA (WSI) – Le spese per la casa non si limitano al mutuo, anche se negli ultimi anni le rate sono cresciute a volte fino a livelli insostenibili. Gli italiani lo sanno bene: l’immobile di proprietà porta con sé anche le tasse.

È stato l’anno dell’Imu, che ha prosciugato le tredicesime dei proprietari di una o più case, spingendo molti a chiedere un finanziamento per affrontare una spesa spesso sproporzionata (quasi tutte cessioni del quinto per dipendenti a tempo indeterminato, s’intende). Le imposte sugli immobili, tuttavia, non sono una novità. L’Osservatorio Uil ha raccolto i dati relativi agli ultimi 20 anni, scoprendo che dal 1992 ad oggi, qualunque fosse l’acronimo che le identificava, le tasse sulle abitazioni sono addirittura triplicate.

Da una media di 91 euro a famiglia nel 1992 siamo arrivati a 278 euro nell’anno appena trascorso. Il suo primo nome era Isi (Imposta Straordinaria sugli Immobili), e portò nelle casse dello Stato l’equivalente di 5,9 miliardi di euro. Nel 2007 poi, suo ultimo anno di vita, l’Ici fruttò un gettito di circa 11 miliardi di euro, con un esborso medio di 136 per nucleo familiare. Dopo la parentesi in cui la tassa sulla prima casa è stata abolita, con un grande danno alle casse dei comuni, la rediviva imposta, nota come Imu, ci è costata in totale 23,2 miliardi.

Il Servizio Politiche Territoriali del sindacato ha sottolineato il peso politico dell’argomento, ovviamente tornato in auge nella campagna elettorale in corso. Guglielmo Loy, segretario confederale Uil, ha riepilogato così le diverse proposte degli schieramenti: “C’è chi ne difende l’impianto generale e propone degli aggiustamenti; chi la vuole abolire e lasciarla solo per le case cosiddette di ‘lusso’; chi punta a rendere più equa l’imposizione sulla prima casa esentando dal pagamento le fasce tra i 400 e i 500 euro”.

Adesso che anche l’Unione Europea ha richiamato l’Italia, chiedendo che l’Imu diventi una “tassa dal volto umano” e sia impostata su una maggiore progressività, dovremo aspettare i risultati delle urne per scoprire quanto ci costerà la casa nei prossimi anni.