Dopo aver toccato un picco nel gennaio-febbraio di quest’anno, i timori globali legati alla pandemia sono nettamente diminuiti: è quanto emerge dal sondaggio internazionale “What worries the world”, condotto fra luglio e agosto da Ipsos in 28 Paesi distribuiti in tutti i continenti.
Nonostante un calo di 13 punti rispetto a febbraio, il Covid-19 rimane, con il 37%, la preoccupazione più citata dai 20mila intervistati. Seguono a pari merito la paura della povertà e della disoccupazione, entrambe al 31%. Al quarto posto la corruzione (29%) e al quinto il crimine e la violenza (25%).
I risultati in Italia: la disoccupazione è il primo timore
Rispetto ai risultati globali le maggiori preoccupazioni degli italiani sono molto diverse. Nella Penisola la disoccupazione è molto più temuta del Covid (53% contro 27%): nel mondo solo in Sudafrica e in Spagna è più diffuso il timore di perdere il lavoro.
Cambiamento climatico: lo temono i Paesi ricchi
Nel mondo, il cambiamento climatico è solo la nona maggiore preoccupazione, citata dal 15% degli intervistati. Il problema è nettamente più sentito nelle economie avanzate che non nei Paesi in via di sviluppo: al top c’è la Germania (36%, in rialzo di 6 punti dal mese precedente), seguita da Australia e Canada. Fra i cittadini meno preoccupati del riscaldamento globale ci sono, invece, quelli residenti in Brasile (2%, ultimi in assoluto) e in Russia (4%). Nell’Ue è poi l’Ungheria a considerare meno preoccupante il problema (7%), mentre l’Italia è un po’ al di sopra della media globale (con il 19%).
Fra i risultati un po’ inattesi del sondaggio emerge anche come la paura della diseguaglianza e della povertà sia fra le più basse in assoluto proprio negli Stati Uniti (21%), nonostante le campagne a favore dell’equità sociale promosse dai democratici. Questo tema, al contrario è il più sentito in Russia (54%).