ROMA (WSI) – Sarà una banca a scatenare la prossima ondata di sell off. E non sarà Mps. Non sarà neanche un’altra banca italiana. Per l’esperto di finanza John Ward , sarà una banca tedesca, e non di una qualsiasi, visto che il nome dice tutto: Deutsche Bank. Il fatto che la sua maxi perdita di 6,7 miliardi di euro, nel 2015, non abbia ricevuto grande attenzione è, a suo avviso, “ridicolo”.
“Deutsche è tra le banche più importanti al mondo da un punto di vista strategico, ma è guardata con preoccupazione dagli analisti da almeno due anni. Non abbiamo mai avuto una spiegazione soddisfacente riguardo al perché, nell’aprile del 2014, Deutsche Bank ha dovuto raccogliere, e anche in fretta, altro capitale Tier 1 per un valore di 1,5 miliardi di euro. O del perchè, un mese più tardi, DB ha annunciato la vendita di azioni per un valore di 8 miliardi di euro, a uno sconto tra l’altro del 30%. Nel marzo del 2015, la banca non ha superato gli stress test e un mese dopo è stata colpita da un enorme onere, sulla scia dello scandalo LIBOR”.
Non solo:
“Standatd & Poor’s ha rivisto al ribasso il rating di Deutsche Bank a BBB+, un gradino più basso tra l’altro di quello assegnato a Lehman Brothers immediatamente prima del suo collasso. Lo scorso ottobre, la banca ha licenziato 15.000 dipendenti. E ora veniamo a conoscenza di questi risultati orribili”.
L’esperto va avanti e fa notare che “un default della Grecia sarebbe stato sufficiente a far crollare la banca. Ora che il paese (la Grecia) è di fatto un vassallo dell’Eurogruppo, questo rischio si è smorzato” .
Ma i numeri del colosso tedesco dovrebbero essere considerati in modo più approfondito, dal momento che la banca è seduta letteralmente sulla peggiore bomba di derivati del pianeta.
Ward fa notare come la perdita dell’intero 2015 rappresenti un margine negativo di quasi il 20%; il che significa che per ogni 5 euro di ricavi (business turnover) che Deutsche Bank è riuscita ad accumulare lo scorso anno, ha perso 1 euro di utili. Per l’esperto poi bisogna andare a scavare nelle dichiarazioni rilasciate dai vertici della banca per capire cosa sta davvero accadendo al suo bilancio.
Nel comunicato che ha accompagnato la diffusione dei risultati del 2015, si è parlato di liquidazioni e ristrutturazioni, che a suo avviso sono sinonimo di piani per licenziare molti altri dipendenti; la parola “svalutazioni” è un eufemismo, che nasconde l’altra, molto più diretta, di crediti deteriorati. E il valore di mercato di Deutsche Bank è ora inferiore rispetto a quello di una banca che a suo confronto è decisamente minore, ovvero di Danske Bank.