ROMA (WSI) – “Stefano Rodotà lo voterei anch’io”. Così Alessandra Moretti, deputata Pd, dai microfoni di Zapping 2.0 su Rai Radio Uno. Il giurista, scelto dalle “quirinarie” dei grillini dopo Milena Gabanelli, “é un nome di altissimo profilo di cui si parla fin dall’inizio”, dice ancora Moretti. Che conferma anche che Bersani “ha un asso nella manica, una carta segreta: un nome che non è tra quelli indicati finora e su cui le forze politiche potrebbero trovare un’intesa”.
“Ci pensi Bersani, ci pensi” a votare Gabanelli per il Quirinale. “Potrebbe essere un inizio? Chissà. Provi, provi a votarla. Poi vedremo “se a partire dai temi dei “rimborsi elettorali” e della “corruzione”, se sarà possibile “trovare una convergenza”. E’ l’appello di Beppe Grillo al segretario del Pd.
Ma chi e’ l’asso nella manica di cui parla ? Si fanno i nomi di Ignazio Visco, presidente di Bankitalia, o di Sabino Cassese, costituzionalista molto rispettato, vicino a Ciampi e Napolitano.
Intanto Grillo, tagliato fuori, grida all’inciucio. “Volevo dare un consiglio a Bersani: senza ironia, senza battute: seriamente. Potrebbe essere un punto di incontro”, dice il portavoce del Movimento 5 Stelle in un video registrato sul suo camper e trasmesso sulla web tv La Cosa.
“Voti la Gabanelli – è l’appello al segretario del Pd – Voti una signora che bene o male ha sempre fatto il suo lavoro. Anzi, bene, piuttosto che male. La Gabanelli è una che non ha mai fatto inciuci con Berlusconi: un miracolo oggi. E poi è una signora, sarebbe veramente un grande segnale”.
“Qualcuno ha detto che con la Gabanelli potrebbe diventare la Repubblica delle manette. Chissà che non sia un’idea anche quella, con cui ci potremmo togliere qualche soddisfazione – prosegue Grillo – Quindi ci pensi Bersani, ci pensi. Potrebbe essere veramente un inizio di una chissà… Collaborazione? Può darsi. Chi lo sa”.
“Provi, provi a votarla. Ricominciamo da lì. Poi vedremo – conclude il leader del M5S – dai rimborsi elettorali, legge sulla corruzione, incandidabilità di Berlusconi e tutte queste cose su cui magari troveremo una convergenza se non con lei, magari con i giovani del Pd. E grazie per l’ascolto”.
“La Rete, il Movimento ha espresso un miracolo: la signora Gabanelli presidente della Repubblica italiana. E’ straordinario, proprio in sintonia col Movimento. Io spero vivamente che accetti”. Così Beppe Grillo in un video registrato sul suo camper durante il tour elettorale in Friuli Venezia Giulia e trasmesso sulla web tv del Movimento “La Cosa”.
Grillo definisce la giornalista di Report “una signora che ha sempre fatto il suo lavoro bene, piuttosto che male” e che “non ha mai fatto inciuci”. Poi, si concede una battuta: “Ho telefonato a Di Pietro – dice sorridendo – e non era molto contento…”. Il riferimento del leader M5S, che tempo fa aveva proposto lo stesso Antonio Di Pietro al Quirinale, è all’inchiesta di Report sulla gestione dell’Idv, che prima delle elezioni ha aperto una crisi politica dentro il partito dell’ex pm. “Qualcuno ha detto che con la Gabanelli potrebbe diventare la Repubblica delle manette – aggiunge tra l’altro Grillo – Chissà che non sia un’idea anche quella, con cui ci potremmo togliere qualche soddisfazione”.
“Se la Sinistra propone Amato si suicida“: lo ha detto Beppe Grillo a margine di un convegno a Sequals (Pordenone), parlando del nuovo Capo dello Stato. “Amato – ha aggiunto – è stato il cassiere di Craxi per dieci anni assieme a Berlusconi”. “La Gabanelli è una mossa vincente e straordinaria, ma Rodotà è perfetto e deve essere votato: è un altro nome spendibile benissimo dalla Sinistra”, ha aggiunto Grillo.
LEGGI PROFILO DI WSI SU AMATO, ‘NON FIT’ PER IL QUIRINALE
“Non sappiamo se accetteranno – ha aggiunto Grillo – ma noi proseguiremo su questa strada perché è questo il vero cambiamento che Bersani deve solo cogliere”, ha concluso.
“Non c’é alcuna apertura al Pd perché i sondaggi darebbero Berlusconi in crescita: non sono valutazioni che abbiamo fatto”. Lo ha detto Beppe Grillo in risposta ad alcuni giornalisti che gli chiedevano conto della presunta apertura di credito odierna. “La legge sull’incandidabilità dell’ uomo di cera è pronta – ha aggiunto Grillo – adesso il Pd dovrà votarla altrimenti ne risponderà ai propri elettori e al Paese”.
Gli iscritti al Movimento scelgono la giornalista di Report come candidato ‘a 5 Stelle’ alla presidenza della Repubblica. Un nome “straordinario”, esulta Beppe Grillo.
Ma non è detto che sia quello il nome che i parlamentari M5S giovedì scriveranno sulla scheda elettorale nell’Aula della Camera. Gabanelli, si ragiona in queste ore tra i 5 Stelle, potrebbe infatti rinunciare alla candidatura e così anche il secondo classificato, il fondatore di Emergency Gino Strada. E allora dal cilindro del Movimento spunterebbe una candidatura più ‘politica’, quella di Stefano Rodotà, terzo per voti on-line, e possibile perno di una convergenza con il Pd, che scongiuri un ‘inciucio’ Pd-Pdl. Non è dato sapere con quante preferenze la giornalista di Report si sia imposta sui suoi sfidanti.
A metà mattinata Grillo, che ieri si è sfilato dalla competizione, pubblica sul blog la classifica delle ‘Quirinarie’: Milena Gabanelli vince, seguita da Gino Strada, Stefano Rodotà, Gustavo Zagrebelsky, Ferdinando Imposimato, Emma Bonino, Gian Carlo Caselli, Romano Prodi e Dario Fo.
Male dunque per preferenze l’ex premier, complice forse anche l’auspicio espresso ieri, a ‘urne’ aperte, da Gianroberto Casaleggio per un candidato “non politico”.
“Assolutamente commossa e anche sopravvalutata”, è il commento a caldo di Milena Gabanelli. La giornalista non svela se accetterà la candidatura (lo comunicherà ai 5 Stelle), ma le sue prime parole fanno pensare che potrebbe anche rinunciare. Così come sembrerebbe orientato a fare anche Gino Strada.
E allora si aprirebbe la strada a Stefano Rodotà. Come conferma Grillo da Zoppola (Pordenone): “Se non accetta passeremo al secondo e poi eventualmente al terzo”. Il giurista veniva già citato tra i papabili per un governo sostenuto da Pd e M5S. E anche se restasse Gabanelli il nome 5 Stelle per il Colle, su Rodotà i parlamentari M5S (che già oggi potrebbero riunirsi per vagliare tutti gli scenari) potrebbero decidere di puntare alla quarta votazione. Perché su di lui potrebbe costruirsi una convergenza con il Pd e così scongiurare nomi meno ‘potabili’.
Come riassume Vittorio Bertola, capogruppo del M5S a Torino, “Gabanelli sarà la nostra bandiera, poi spero in un accordo per fare Presidente uno dei primi 4-5 nomi, tutti ottimi e super partes”. Lo stesso Grillo lascia aperta la strada a molte variabili: “Dobbiamo aspettare e vedere cosa scelgono gli altri e non so cosa potrà succedere se si arriverà alla quarta votazione”. Intanto nel pomeriggio, salvo rinvii dell’ultima ora, è in programma l’incontro tra i capigruppo M5S e i capigruppo del Pd. Un primo tentativo di dialogo, nella consapevolezza che la partita è ancora lunga.
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Si vota domani: se non si ripetera’ l’esperienza Napolitano (ex PCI) e dovesse andare a vuoto l’operazione di convergenza a tre sul nome di Stefano Rodotà (personaggio storicamente appartente alla sinistra radicale, inviso al PdL), il leader PD potrebbe anche giocarsi la carta Sabino Cassese. Ecco chi e’.
IL PROFILO DI SABINO CASSESE
Il mister X, l’asso nella manica del PD sarebbe il noto e navigato costituzionalista, amico di Ciampi e Napolitano. A farne per primo il nome e’ il quotidiano di partito Europa.
Settantotto anni, nato in provincia di Avellino, è giudice della Consulta dal 2005 e nel suo curriculum vanta una lunga esperienza come docente di diritto amministrativo, conosciuto e stimato anche all’estero. Non è mai stato parlamentare ma ha fatto parte del governo Ciampi (1993) come ministro della Funzione Pubblica, e in quel ruolo ha dato il via al processo di semplificazione della PA poi proseguito negli anni successivi.
Nominato da Ciampi alla Corte Costituzionale, in questi anni è stato molto vicino a Giorgio Napolitano, e questo, assieme alla non-appartenenza ad alcuna forza politica, dovrebbe rappresentare un buon viatico per convincere il centrodestra.
In alternativa, un altro profilo di giudice costituzionale che potrebbe corrispondere all’identikit è quello del presidente della Corte Franco Gallo, sugli scudi in questi giorni per la sua relazione annuale tenuta la settimana scorsa in cui ha sollecitato il Parlamento a intervenire in materia di diritti delle coppie gay. Romano, classe 1937, come Cassese non è mai stato parlamentare né iscritto ad alcun partito, ma ha fatto anch’egli parte del governo Ciampi come ministro delle Finanze, una caratteristica che in questo particolare momento potrebbe tornare utile. (Ansa)
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ROMA (WSI) – Domani mattina alle 10 il Parlamento si riunirà in seduta comune a Montecitorio allargato ai 58 rappresentanti delle Regioni per avviare l’elezione del nuovo presidente della Repubblica che dovrà succedere a Giorgio Napolitano.
Fra i partiti sono in corso riunioni e contatti in vista di un accordo su un nome da eleggere nelle prime tre votazioni quando è necessario raggiungere i due terzi degli elettori. Dopo il terzo voto è necessaria la maggioranza assoluta.
Si attendono in particolare le riunioni dei grandi elettori del Pd e del Pdl annunciate in serata, riunioni alle quali potrebbero essere date le indicazioni su come votare domani mattina.
Nelle ultime ore una agenzia parlamentare, la Velina Rossa, aveva diffuso la notizia che si sarebbe svolto a fine mattinata un incontro fra il segretario del Pd Pier Luigi Bersani e il leader del Pdl Silvio Berlusconi per trovare un accordo, ma la notizia è stata smentita da entrambe le segreterie dei rispettivi partiti.
Fra i nomi circolati nelle ultime ore restano quelli di Giuliano Amato, Massimo D’Alema, Franco Marini e Sabino Cassese.
Non è stato ancora deciso neppure quale sarà il voto dei parlamentari del Movimento 5 stelle. Le cosiddette Quirinarie, il sondaggio on line fra gli iscritti al movimento, hanno ieri visto ai primi tre posti la giornalista di Report Milena Gabanelli, il medico di Emergency Gino Strada e il giurista ed ex presidente del Pds Stefano Rodotà. La Gabanelli aveva fatto sapere che entro questa mattina avrebbe detto se accetta o meno di essere candidata, ma non è giunta ancora alcuna dichiarazione.
In ambienti del Pd si continua a dire che la mediazione con il Pdl si starebbe trovando su un nome “terzo”, cioè non su un esponente politico, ma ancora non è emerso nessun dettaglio su questa trattativa. (Reuters Italia)