A seconda dell’epoca che si intende indagare, la figura di Giuliano Amato ha assunto un significato differente. Da vicesegretario del Partito socialista italiano, braccio destro di Bettino Craxi, è rimasto indenne dal repulisti di Tangentopoli. Da presidente del Consiglio, in molti lo ricordano per il prelievo forzoso sui conti correnti dello 0,6%, condotto nella notte del 10 luglio 1992 in risposta a una pesante crisi valutaria.
Giuliano Amato, in corsa per il Quirinale
In tempi più recenti, prima che diventasse giudice costituzionale nel 2013, Amato è stato spesso coinvolto nelle polemiche sul cumulo delle pensioni dovute ai vari incarichi pubblici ricoperti (“11mila euro netti più altri 5mila e qualcosa”, aveva spiegato nel 2011 lo stesso Amato).
Ora, però, le sorti del Dottor Sottile sembrano portare al Quirinale – o almeno, il suo nome viene indicato, dalle ultime indiscrezioni, come una delle alternative illustri a una possibile nomina di Mario Draghi alla presidenza della Repubblica. Avrebbero concordato sul suo nome il ministro degli Esteri Luigi Di Maio (M5s) e il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti (Lega) nel corso di una recente cena. Fonti del Partito democratico hanno successivamente confermato al quotidiano Repubblica che “quello di Amato è un nome sul tavolo”. I principali tre partiti della maggioranza, dunque, starebbero prendendo in considerazione Amato come un possibile candidato al Quirinale.
In via ufficiale, però, il Pd resta estraneo alle voci sui possibili successori di Sergio Mattarella: “Noi siamo gli unici che non stanno partecipando a questo assurdo gioco del Quirinale. Mi sembrano dei criceti nella ruota: ogni giorno un nome nuovo e tutti dietro a discutere”, ha dichiarato il segretario del Pd, Enrico Letta, “di Quirinale si parlerà a gennaio, oggi si parla della manovra, delle scelte che riguardano il futuro degli italiani”.
E ancora, il senatore dem, Andrea Marcucci, ha dichiarato di preferire una donna come futuro Capo dello Stato.
Per Forza Italia, invece, il candidato resta il fondatore Silvio Berlusconi: “Lo considero un grande capitano d’industria, un grande uomo di sport e un politico che, anche sul palcoscenico internazionale, ha dimostrato di avere capacità e seguito come ha dimostrato ad esempio l’incontro tra Bush e Putin. Ha tutte le carte in regola”, ha dichiarato il vicepresidente di Fi, Antonio Tajani.