Oltre la meta delle nuove pensioni erogate nel 2020 agli ex dipendenti del settore pubblico sono state “anticipate” con Quota 100, ossia riconosciute a soggetti che non avevano raggiunto i requisiti d’età per la pensione di vecchiaia.
Secondo gli ultimi dati pubblicati nell’Osservatorio Inps, infatti, il 54,9% delle nuove pensioni per ex lavoratori pubblici i sono state anticipate: ben 98.453, contro le 33.428 pensioni di vecchiaia (18,7%). Una prevalenza alla quale ha contribuito la finestra di pensionamento anticipato aperta da Quota 100, che permette di ritirarsi a partire dai 62 anni e 38 anni di contribuiti versati. Completano il quadro 4.787 trattamenti di inabilità, 4.035 trattamenti ai superstiti da assicurato e 38.527 le pensioni liquidate ai superstiti da pensionato pubblico.
Nel 2020 le nuove pensioni del settore pubblico sono aumentate dell’8,4%, contro un incremento del 10% registrato nel 2019.
Lavoratori pubblici, i dati sulle pensioni
All’inizio di quest’anno il numero delle pensioni corrisposte ai lavoratori pubblici risultano in crescita dell’1,3% rispetto a inizio 2020, tenendo conto anche dei trattamenti non più in essere. In termini di valore, l’incremento è stato del 2,2% con un flusso complessivo pari a 76,7 miliardi di euro. Di questa mole di assegni ben il 58% (pari a 1.757.848 trattamenti) sono riferibili a pensioni anticipate o di anzianità.
Pensioni, quanto riceve in media uno statale
Gli ex dipendenti dello Stato percepiscono mediamente una pensione da 2.032 euro e costituiscono il 58,6% delle pensioni del settore pubblico in termini numerici. L’assegno scende a 1.631 euro in media per il personale degli enti locali.