Ricco di contenuti il capitolo previdenziale inserito nella manovra di bilancio, la prima targata Lega e Movimento Cinque Stelle, con il chiaro e più volte sottolineato intento di superare la legge Fornero. Vediamo nel dettaglio quali sono.
Quota 100
La prima misura inserita è la cosiddetta quota 100, ossia il meccanismo che permette di andare in pensione anticipata al raggiungimento di 62 anni di età anagrafica e 38 di contributi versati. Quota 100 sarà articolata su quattro finestre annuali, una ogni tre mesi. Questo significa che coloro che raggiungeranno i requisiti entro il 31 marzo riceveranno la prima pensione ad aprile. Chi maturerà i requisiti fra il primo aprile e il 30 giugno incasserà invece l’assegno a luglio, e così via. Il governo ha precisato che quota 100 partirà a febbraio 2019. Il governo intende agevolare il necessario ricambio generazionale nella pubblica amministrazione e nel privato. La stima è di circa 8 miliardi nel 2019 per una norma che riguarderebbe quasi mezzo milione di lavoratori.
Opzione donna
Nella manovra viene prorogata l’opzione donna che consente alle lavoratrici con 58 anni di età se dipendenti o 59 se autonome e 35 anni di anzianità contributiva di andare in pensione in anticipo. La condizione da rispettare però è di accettare un sistema di calcolo esclusivamente di tipo contributivo. Il taglio dell’assegno di pensione, secondo alcune stime, si aggira attorno al 20-25% rispetto a quello normale che si sarebbe ottenuto con il sistema misto di calcolo.
Pensioni d’oro
Nella manovra di bilancio 2019 trova spazio anche l’intervento sulle pensioni d’oro che subirebbero un taglio se superiori a 4500 euro mensili. Il Governo punta a ottenere un miliardo di risparmi in tre anni ma l’obiettivo appare difficile da raggiungere dato che l’Inps per i tagli sui redditi da pensione oltre i 4.500 euro netti al mese ha ipotizzato risparmi di 150 milioni l’anno.