Economia

Quota 102 per andare in pensione, cosa prevede riforma

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Quota 102: allo studio per riforma pensioni, cosa prevede

Che Quota 100, l’anticipo pensionistico introdotto dal precedente governo, sia arrivata alla fine della sua sperimentazione il prossimo 31 dicembre e non sarà prorogata è cosa certa. Non è ancora certa quale misura o quali misure, visto che potranno essere più di una, la sostituirà.

Tante le ipotesi avanzate nelle ultime settimane con il nuovo governo Draghi e tra queste la più accreditata riguarda Quota 102.  E’ Alberto Brambilla, Presidente di Itinerari previdenziali, che ne parla sul Corriere della Sera partendo dal presupposto che se la campagna vaccinale si concluderà entro luglio, già da settembre per l’effetto combinato della ripresa delle attività e dei primi stimoli del Recovery Plan, l’occupazione  dovrebbe aumentare a partire dalle attività alberghiere, di ristorazione e ricettive in generale.

In queste condizioni sarebbe per lo meno imprudente consentire un pensionamento tipo quota 100 con solo 62 anni di età o come Opzione donna con 58/59 anni considerando un’aspettativa di vita prossima agli 86 anni per le donne e circa 27 anni o più di pensione”.

Quota 102: cosa significa

Così Brambilla secondo cui il superamento di Quota 100 dovrebbe prevedere diversi fattori. Tra questi la messa in funzione e l’utilizzo dei cosiddetti fondi di solidarietà per i lavoratori con problemi di salute, familiari a carico da curare, lavori pesanti, in mobilità (la vecchia Ape social) o precoci. Ma tra le soluzioni indicate c’è anche la cosiddetta Quota 102.

Cosa significa? Un pensionamento flessibile che permetterebbe di uscire dal mondo del lavoro “a 64 anni di età anagrafica (indicizzata alla aspettativa di vita) e 38 anni di contributi di cui non più di 2 anni figurativi (esclusi dal computo maternità, servizio militare, riscatti volontari)” Secondo quanto affermato da Brambilla, “la pensione anticipata dovrebbe essere resa stabile con 42 anni e 10 mesi per gli uomini, un anno in meno perle donne”.

Infine il superamento di Quota 100 – secondo Brambilla – dovrebbe prevedere una soluzione anche per i giovani cosiddetti “contributivi puri”, ovvero quelli riceveranno una pensione commisurata esclusivamente ai contributi versati nella vita lavorativa. In sostanza conclude il presidente di Itinerari Previdenziali si potrebbe introdurre un’integrazione al minimo su valori pari alla maggiorazione sociale (630 euro mese) e calcolati sulla base del numero di anni lavorati”