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Rally bond europei (e italiani): “rischio delusioni per investitori”

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LONDRA (WSI) – Attenti a non scommettere troppo sul continuo rally dei bond dell’Eurozona. L’avvertimento arriva da José Vinals, direttore della divisione dei mercati dei capitali e monetari del Fondo Monetario Internazionale.

In un’intervista rilasciata al Financial Times, Vinals fa riferimento all’ottimismo degli investitori, che ha provocato il calo dei costi di finanziamento del debito di diversi paesi membri dell’Eurozona, inclusa la Grecia.

Proprio di recente, Atene è stata capace di piazzare titoli di stato a cinque anni del valore di 3 miliardi di euro, a un tasso inferiore al 5%.

L’asta, commenta il dirigente dell’Fmi, è stata “sicuramente una notizia molto positiva per il ritorno sul mercato della Grecia”. Tuttavia, ha avvertito, è importante non commettere l’errore di adottare un atteggiamento di “compiacenza”, sia nei confronti di Atene che di altri paesi dell’Eurozona. Così come è importante che i funzionari di governo dell’area diano risultati concreti “su tutti i fronti”, ergo lancino misure strutturali.

“Esiste il pericolo di delusione, nel caso in cui i risultati non dovessero essere perfetti”, ha sottolineato.

Vinals ritiene tra l’altro che i tassi decennali dell’Eurozona saliranno in concomitanza con l’aumento dei tassi sui fed funds Usa. In definitiva, a suo avviso, la politica di tapering della Fed avrà effetti anche sui rendimenti dei titoli di stato del blocco europeo.

“E’ difficile dire se ciò accadrà stavolta, ma guardando ai dati storici si può affermare che ogni volta che i tassi di interesse a lungo termine sono saliti in modo significativo negli Stati Uniti, il rialzo dei tassi di interesse a lungo è avvenuto in modo significativo anche altrove, particolarmente nei paesi avanzati e in Europa”.

L’Eurozona deve dunque “finire il proprio lavoro”, riparando i bilanci delle sue aziende.

“In Portogallo, Spagna e anche Italia, ci sono molte aziende che incontrano difficoltà nel rimborsare i debiti. (Questa situazione) non è solo negativa per le banche, ma anche per l’economia, in quanto ferma gli investimenti e la creazione di nuovi posti di lavoro”.