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Rally petrolio già al capolinea? Possibile marcia indietro a $30

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NEW YORK (WSI) – La corsa del petrolio vista in questi primi mesi dell’anno potrebbe essere al capolinea. Ne sono convinti gli analisti di Morgan Stanley, secondo cui nei prossimo mesi non e’ esclusa una nuova impennata della produzione petrolifera, che spingera’ in basso le quotazioni del greggio nella forchetta tra i 30 e 50 dollari.

Per gli esperti della banca americana non e’ dunque escluso un ritorno sui minimi visti a inizio anno, quando il greggio quotava intorno ai 30 dollari. Valore nettamente superato oggi con i prezzi del Wti e Brent che si muovono rispettivamente sopra i 48 e 49 dollari al barile.

“La sovrapproduzione si fara’ rivedere presto” si legge nel report, in cui viene specificato che nei prossimi mesi una serie di fattori, tra cui un aumento della produzione da parte di alcuni paesi dell’OPEC (Arabia Saudita e Libia nello specifico) potrebbero rivedere al rialzo la produzione giornaliera.

Allo stesso tempo, il team di ricerca non esclude che tali previsioni possano essere facilmente smentite da una serie di fattori geopolitici difficili da prevedere.

Oggi, intanto, l’Agenzia internazionale per l’energia nel suo bollettino mensile ha rivisto al rialzo la stima sulla crescita della domanda di petrolio globale nel primo trimestre di quest’anno a 1,6 milioni di barili al giorno, mentre per il 2016 la crescita sarà ora di 1,3 milioni di barili al giorno, conto una stima precedente di 1,2, a 96,1 milioni. Inoltre, per la prima volta ha fornito un outlook sul 2017, parlando di “consumi sostenuti”. Il prossimo anno, ha spiegato l’Aie, vedremo lo stesso tasso di crescita (+1,3 milioni di barili al giorno) e la domanda globale raggiungere i 97,4 milioni di barili.

Per l’Agenzia il mercato troverà un equilibrio nella seconda metà dell’anno con i mercati petroliferi globali che si stanno muovendo prossimi al pareggio su una domanda significativamente più forte del previsto e interruzioni delle forniture inaspettate. Il consumo mondiale di petrolio aumenterà, quindi, più del previsto quest’anno e rimarrà forte nel 2017, mentre la produzione diminuirà.

Oggi, il contratto Wti a luglio scende dell’1,25% a 48,27 dollari al barile.