Società

Rame, mais e petrolio: perché è il momento di fare incetta di materie prime

 Potrebbe essere il momento di puntare sulle materie prime, rame, mais e petrolio, mentre si profila un’inflazione potenzialmente più elevata sotto l’amministrazione Trump. Il Bloomberg Commodity Index, un indicatore di riferimento, è sceso del 2% quest’anno contro il guadagno del 25% dell’indice S&P 500.

La maggior parte degli investitori al dettaglio ha poca o nessuna esposizione diretta alle materie prime, anche se le cosiddette alternative come il private equity, l’immobiliare e il credito privato sono sempre più popolari tra gli individui facoltosi.

Un’indagine di Goldman Sachs sui family office – famiglie con un patrimonio ultra elevato che gestiscono il proprio denaro – ha rilevato che questi hanno allocato solo l’1% alle materie prime, contro il 26% del private equity. Si stima che 250 miliardi di dollari in varie strategie, tra cui fondi comuni e fondi negoziati in borsa, siano dedicati alle materie prime, meno dello 0,5% dell’oltre 50 miliardi di dollari di valore di mercato dell’S&P 500.

Perché le materie prime performeranno meglio sotto Trump

Ma ci sono ragioni, scrive un articolo di Fox Business, per ritenere che le materie prime potrebbero avere un andamento migliore in futuro, in particolare se Donald Trump dovesse mantenere le promesse elettorali in materia di dazi, il che potrebbe spronare un aumento dei prezzi.

“Le materie prime sono una copertura contro l’inflazione e uno strumento di diversificazione”, afferma Kathy Kriskey, stratega delle materie prime di Invesco. “Potremmo entrare in un periodo di inflazione e le materie prime sono la copertura più efficiente contro l’inflazione”.

Tra chi critica le materie prime adduce come motivazioni la volatilità e il loro scarso rendimento rispetto alle azioni, sebbene l’oro abbia superato il rendimento dell’S&P 500 negli ultimi 25 anni. Le prospettive delle materie prime sono inoltre offuscate dalla prospettiva dei dazi di Trump del prossimo anno, che potrebbero deprimere le economie d’oltreoceano.

Petrolio, rame e mais: come si comporteranno nei prossimi mesi

Molte delle cattive notizie sulle materie prime, tuttavia, potrebbero già essere state annunciate e digerite dai mercati. Ad esempio la notizia che i prezzi di riferimento del petrolio statunitense sono scesi del 4% quest’anno, sotto i 70 dollari al barile, e il gas naturale è sceso del 30%, sotto i 3 dollari per mille piedi cubi. Il gas statunitense è una delle fonti energetiche più economiche al mondo.

Per quanto riguarda il rame, nonostante per quello che è definito “metallo verde” con un uso crescente nelle auto elettriche e nelle energie rinnovabili, quest’anno il prezzo è appena più alto, a poco più di 4 dollari a libbra. Questo potrebbe rappresentare un buon punto di inizio per il rame, soprattutto se la Cina, il maggior consumatore mondiale del metallo, continuerà a stimolare la propria economia.

Anche l’argento rimane un metallo chiave per le energie rinnovabili, in quanto componente dei pannelli solari, e la quantità totale di argento estratto è di circa 30 miliardi di dollari all’anno, circa un decimo del valore dell’oro estratto ogni anno.

Infine i prezzi del mais e del grano sono vicini ai minimi pluriennali e al costo di produzione, il che suggerisce che il ribasso è limitato. Il mais è scambiato a poco più di 4 dollari al moggio e il grano a 5,50 dollari al moggio, circa la metà dei picchi del 2022. Jake Hanley, senior portfolio strategist di Teucrium, che gestisce ETF con esposizione diretta a vari cereali, sostiene che le prospettive del grano potrebbero essere le migliori tra i cereali perché il mondo ha consumato più grano di quanto ne abbia prodotto per quattro degli ultimi cinque anni. Inoltre, nonostante l’impatto del riscaldamento globale, nel Midwest non si è mai verificato un raccolto di grano in condizioni di siccità da oltre un decennio. Se si verificasse nel 2025, i prezzi dei cereali potrebbero aumentare notevolmente.

Il tempismo è importante negli investimenti in materie prime e questo sembra un buon punto di inizio per gli investitori. Insomma, per le materie prime potrebbe essere arrivato il momento di brillare.