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Rame: prezzi ai massimi da sei settimane, il peggio della correzione è alle spalle. Il punto degli analisti

I prezzi del rame sono saliti ieri ad un massimo di quasi sei settimane, sostenuti dalla nuova domanda degli investitori e dall’ottimismo del mercato sul possibile imminente taglio dei tassi di interesse negli USA. Il rame  con consegna a settembre ha toccato brevemente i 4,3065 dollari per libbra a New York ieri, raggiungendo il livello più alto dal 18 luglio, quando il metallo rosso ha scambiato fino a 4,4280 dollari.

La quotazione del rame a tre mesi al London Metal Exchange, invece, è salito dell’1,3% a circa 9.406 dollari per tonnellata.

Rame: prezzi in salita costante

I prezzi del metallo rosso sono saliti costantemente nelle ultime settimane, riducendo le perdite dopo essere scesi ai minimi di quattro mesi all’inizio di agosto. Sulla Cnbc, Ole Hansen, responsabile della strategia sulle materie prime di Saxo Bank, ha dichiarato che il recente rally del rame è stato sostenuto in parte dalla rinnovata domanda da parte degli hedge fund che avevano precedentemente tagliato la loro esposizione al metallo di base “durante la recente e profonda correzione del 24%”.

“Riteniamo che il peggio della correzione sia passato, ma che prima che il rame possa avere una ripresa più forte, i fondamentali della domanda debbano migliorare, potenzialmente sostenuti dalla ricostituzione delle scorte grazie a costi di finanziamento più bassi una volta che il [Federal Open Market Committee] inizierà il suo tanto atteso ciclo di riduzione dei tassi”, ha affermato Hansen in una nota di ricerca pubblicata venerdì.

“Fino ad allora, gli operatori continueranno a cercare segnali di miglioramento, non da ultimo attraverso la riduzione degli elevati livelli di scorte nei magazzini monitorati dalle tre principali borse dei futures”, ha aggiunto.

Cosa spinge al rialzo i prezzi del rame

Alla fine della scorsa settimana, il presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha alimentato le già alte aspettative di un taglio dei tassi di interesse statunitensi in occasione della riunione della banca centrale del 18 settembre prossimo. Al Simposio di Jackson Hole, Powell ha dichiarato che “è arrivato il momento di aggiustare la politica”, anche se non ha fornito indicazioni precise sulla tempistica o sull’entità del taglio.

Si ritiene che i prezzi del rame possano beneficiare dei tagli dei tassi d’interesse statunitensi, in quanto si prevede che una politica monetaria meno rigida allevierà la pressione finanziaria sui produttori e sulle imprese di costruzione.

Inoltre, la domanda di rame è ampiamente considerata un indicatore della salute economica. Il metallo rosso è di fondamentale importanza per diversi settori, tra cui l’ecosistema della transizione energetica, ed è parte integrante della produzione di veicoli elettrici, reti elettriche e turbine eoliche. Le banche di Wall Street sono state ottimiste sulle prospettive dei prezzi del rame quest’anno, citando i rischi dell’offerta e il miglioramento della domanda di metalli di transizione energetica.

In effetti, all’inizio di aprile gli analisti di Citi hanno affermato che è in corso il secondo mercato secolare del rame in questo secolo, circa 20 anni dopo il primo mercato del rame.

“Da un punto di vista tecnico, il rally si è fermato dopo aver incontrato la resistenza ai massimi di inizio agosto a 4,22 dollari per libbra a New York e a 9.320 dollari per tonnellata a Londra. Una rottura aprirebbe la strada a un’estensione rispettivamente a 4,31 e 9.500 dollari”, ha dichiarato Hansen di Saxo Bank.

Le previsioni degli analisti

Secondo gli analisti di Mps dal punto di vista tecnico, il rame è uscito dal canale ribassista partito a maggio, fornendo un nuovo segnale di forza dopo la debolezza che ha caratterizzato gli ultimi tre mesi. Il metallo ha chiuso la settimana scorsa oltre la resistenza dinamica che passava da 9240 dollari/ton e la salita oltre 9322 dollari/ton (massimo di inizio agosto) confermerebbe la fine del trend ribassista di breve periodo.