Il cambio di marcia della Bce, che ha spalancato le porte ad un nuovo taglio del costo del denaro e a un nuovo quantitative easing mette di buonumore i detentori di mutui. Che, già nel mese di giugno, hanno visto gli interessi segnare nuovi record verso il basso sia sui fissi quanto sulle offerte a tasso variabile.
I mercati danno per scontato che la Bce entro fine anno taglierà il tasso sui depositi di almeno 10 punti base, portandolo dall’attuale soglia di -0,4% (minimo assoluto) a -0,5% e forse anche -0,6%
Come spiega Vito Lops in un articolo del Sole 24 Ore:
“L’effetto Draghi, combinato con l’effetto-Fed (anche la banca centrale americana ha cambiato paradigma e si appresta a tagliare i tassi per stimolare nuovamente l’economia) comporterà un vantaggio di circa 300 euro l’anno per chi stipula un mutuo oggi anziché a gennaio. Ma in prospettiva, entro fine anno il risparmio dovrebbe riguardare anche la categoria dei “vecchi mutuatari” rimasti fedeli al tasso variabile. Se la Bce ridurrà il tasso sui depositi di 10 punti base, la rata di un prestito ipotecario medio di 130mila euro dovrebbe scendere, a seconda della durata residua, tra i 7 e i 10 euro. Cifre da raddoppiare se la Bce taglierà, e non è affatto da escludere, il tasso di 20 punti base”
Nel frattempo- come rileva Lops – nel mese di giugno, “il costo medio dei mutui a tasso fisso in Italia (ponderato su durate di 20 e 30 anni) è sceso all’1,68%, il livello più basso di tutti i tempi. L’Euribor a 1 mese, l’indice su cui si calcolano le rate variabili mese dopo mese, è invece sceso a -0,398%, minimo assoluto”.