Dopo il Consiglio europeo che ha dato il via libera al piano di aiuti finanziari per sostenere l’economia del vecchio continente, questo pomeriggio è atteso il giudizio sul merito di credito dell’Italia da parte dell’agenzia di rating S&P’s, al momento ‘Bbb’, due tacche sopra il livello spazzatura.
La decisione di S&P segue quella di Fitch dello scorso 7 febbraio, che ha confermato la ‘tripla B’ con prospettiva negativa, mentre l’8 maggio toccherà a Dbrs e a Mooody’s.
La prima parte da una valutazione più alta (Bbb high) con prospettiva stabile, la seconda invece (Baa3) è più severa delle prime due e solo un gradino sopra il livello ‘spazzatura’.
In attesa del giudizio di S&P’s, un’iniezione di ottimismo è arrivata ieri dall’agenzia Moody’s Investors, che in un report sull’Italia, sostiene che, nonostante l’impennata del debito, l’affidabilità creditizia del nostro paese dovrebbe restate inalterata, data la natura temporanea della recessione e i bassi costi di finanziamento.
Le attese degli analisti
Torniamo a Standard & Poor’s. Nell’ottobre del 2018, l’agenzia di rating aveva modificato in negativo la prospettiva per il Paese. Il giudizio attuale è di due tacche sopra il livello ‘spazzatura’. A fine marzo gli analisti di S&P avevano detto di non vedere un immediato bisogno di “aggiustare” il rating, ma la situazione si è successivamente deteriorata ulteriormente, quindi tutte le ipotesi sono in campo.
Secondo gli analisti di Unicredit è tuttavia difficile che la bocciatura possa avvenire oggi.
“Quando S&P tagliò la prospettiva in ottobre – spiegano gli analisti di Unicredit – il Governo italiano aveva adottato misure che avevano sostanzialmente aumentato l’incertezza politica”. Da allora l’agenzia di rating ha due anni di tempo per procedere con l’eventuale taglio, ma “la nostra idea – spiegano gli analisti – è che non ci sarà nessun taglio”.
Sulla stessa linea Filippo Diodovich, senior strategist di IG Italia,
“la decisione di stasera in altre condizioni avrebbe portato a nostro avviso a conseguenze molto forti sulle piazze finanziarie italiane. Tenendo conto delle recenti decisioni della BCE (allargamento ai junk bond con rating superiore al BB- per l’uso come collaterale nelle operazioni di rifinanziamento del settore bancario europeo) la decisione di S&P’s avrà, a nostro avviso, effetti molto limitati proprio grazie allo scudo protettivo della BCE. Riteniamo che l’agenzia S&P’s non porterà il rating dell’Italia a livello spazzatura. Al massimo abbasserà la valutazione da BBB a BBB-, uno scalino al di sopra del grado “junk”. Tuttavia pensiamo che lo scenario più probabile sia una conferma del giudizio attuale”.
L’esperto delinea tre possibili scenari legati a questa decisione:
Scenario A
S&P’s lascia rating a BBB confermando outlook negativo
In tale scenario crediamo che si possa assistere ad un allentamento delle tensioni sul mercato obbligazionario, con uno spread btp/bund in flessione verso i 225 punti base.
Scenario B
S&P’s taglia di un notch il rating a BBB-
Lo spread in questo caso potrebbe oscillare sui valori attorno a 250-270 punti base.
Scenario C
S&P’s taglia di 2 o più scalini il rating sul debito italiano portandolo ad essere “spazzatura”
In questo scenario potremmo assistere a una reazione negativa dei mercati, ma sempre limitata in virtù dello scudo della BCE. Tuttavia lo spread potrebbe salire nel range 275-300 punti base.