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Rating, pm chiede rinvio a giudizio per 6 manager e analisti S&P

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ROMA (WSI) – Rinviare a giudizio i sei manager e analisti di Standard & Poor’s accusati di manipolazione del mercato. Lo chiede il pubblico ministero al Giudice dell’ udienza preliminare.

Il giorno in cui Standard & Poor’s declassò l’Italia,il 13/1/2012,esprimendo giudizi negativi anche sulle banche, il capo degli istituti di credito di S&P, Panichi, inviò un’email agli autori del report contestando loro di aver espresso giudizi contrari alla realtà sul sistema bancario. E quella email sarebbe una prova sulle condotte illecite.

L’inchiesta, che ha visto coinvolte in primo momento anche Moody’s e Fitch, ha cercato di far luce sulle oscillazioni di borsa ritenute anomale tra il 2010 e il 2012 e ha preso il via da un esposto di Adusbef (Associazione difesa utenti servizi bancari) e Federconsumatori. Secondo il pm, alla base delle revisioni al ribasso del rating dell’Italia a cavallo del 2011 ci fu la volontà da parte degli analisti di declassare il Paese e il sistema bancario italiano in assenza di dati oggettivi per farlo.

Inoltre, già nell’agosto 2011 gli analisti di S&P avevano parlato dell’imminente arrivo di un governo tecnico al posto di quello Berlusconi. Un accanimento nei confronti dell’Italia, che fu declassata dalla stessa agenzia il 13 gennaio 2012 con la notizia diffusa a mercati aperti.

Gli imputati sono gli analisti Eileen Zhang, Frank Gill e Moritz Kraemer, il responsabile per l’Europa, Yeann Le Pallec, e l’ex presidente mondiale, Deven Sharma, mentre la società è imputata per la responsabilità giuridica nel reato contestato. Gli stessi soggetti per cui due anni fa la procura pugliese aveva chiesto il processo con accuse che furono definite prive di fondamento dai legali di S&P.

L’udienza di questa mattina ha dato spazio sia alle richieste dell’accusa e delle parti civili sia alle difese, mentre il prossimo 28 ottobre il gup deciderà sul rinvio a giudizio dei cinque imputati e della stessa agenzia. Lo stesso giorno arriverà anche la decisione di rinvio a giudizio per Fitch, altra “sorella del rating” accusata di manipolazioni del mercato con due dei suoi analisti, mentre per Moody’s i pm avevano chiesto l’archiviazione.

Per l’avvocato Francesco Isolabella, il principale imputato, Deven Sharma, non sarebbe responsabile di quanto accaduto in quanto l’ex presidente non poteva essere al corrente di tutto, mentre per il difensore di S&P, Guido Alleva, le agenzie di rating sarebbero come “i grilli parlanti” che vengono schiacciati a prescindere da quello che dicono.