Ray Dalio ritiene che la situazione attuale ricordi da vicino quella del 1935 e che pertanto bisogna restare prudenti. Dieci anni dopo il crac di Lehman Brothers, quindi, c’è da stare in allerta in vista di una nuova crisi del debito, che potrebbe essere anche peggiore di quella del 2008.
Per fortuna, secondo l’AD di Bridgewater, che nei mesi scorsi era passato agli onori della cronaca per le sue speculazioni ribassiste sui Btp e su alcune delle blue chip italiane quotate in Borsa, il ciclo economico ha ancora due anni di vita e in ogni caso ci sono delle soluzioni per mettersi al riparo.
Il gestore del maggiore fondo hedge al mondo, che a inizio 2018 aveva triplicato le sue scommesse ribassiste contro banche e gruppi assicurativi italiani in vista delle elezioni politiche del 4 marzo, ha risposto alle ultime domande dei suoi follower su LinkedIn.
A chi gli chiedeva quale differenza c’è tra le dinamiche di oggi e quelle di 83 anni fa, alla luce della presenza dei fondi pensione e del dollaro Usa come riserva valutaria mondiale, Dalio ha detto che oggi c’è da aspettarsi un’iniezione di denaro molto più consistente da parte delle banche centrali.
Le autorità di politica monetaria potrebbero anche “far arrivare il denaro direttamene nelle mani dei cittadini“.
Dopo aver letto le prime 64 pagine del suo ultimo lavoro, un utente chiede a Dalio quale strumento consiglierebbe per mettersi al riparo da una nuova crisi del debito: il debito denominato in valuta estera o il debito in valuta locale?
Il suggerimento di Dalio in casi di crisi simili a quelle viste in passato è quello di non avere debito in valuta estera perché “altrimenti in futuro sarà più difficile rifinanziarlo e ristrutturarlo con termini favorevoli”.
Secondo Dalio da una crisi del debito pubblico non si scappa facilmente e bisogna essere preparati dal momento che non è sempre facile prevedere quando si palesa. Questa a volte viene provocata anche dall’accumulo di debiti privati, per esempio.
A chi gli chiedeva qual è il suo punto di vista sui paesi che hanno bassi livelli di debito pubblico, ma un ammontare elevato di debito privato, come per esempio i “consumatori di debito, ma non di debito governativo”, Dalio ha spiegato che spesso anche il debito pubblico tende a salire di riflesso.
Capita perché un comportamento classico del governo è quello di accumulare debito per poter salvare il settore privato. Di solito è un evento che si verifica in parallelo con lo scoppio di una bolla.