ROMA (WSI) – Sei anni fa, l’introduzione della Legge Bersani era stata salutata dagli automobilisti come uno dei pochi provvedimenti che avrebbe finalmente abbassato i prezzi delle assicurazioni auto.
La Legge 40/2007, infatti, consente a chi stipula per la prima volta una polizza (o non possiede un attestato di rischio valido) di ereditare la classe di merito più bassa fra quelle dei familiari conviventi. Un figlio neopatentato, per esempio, avrebbe potuto beneficiare della prima CU della madre o del padre, con un consistente risparmio sul premio annuo.
Qualcosa però dev’essere andato storto. L’ultima analisi dell’Osservatorio SuperMoney, infatti, ha analizzato le offerte delle principali compagnie, scoprendo che i guidatori che scelgono la Bersani non risparmiano affatto sul preventivo assicurazione. Una classe di merito “ereditata” costa più della stessa guadagnata personalmente attraverso una guida virtuosa, e anche di più rispetto a un’altra inferiore.
Il paradosso, quindi, è che due automobilisti con la stessa classe di merito pagano due prezzi diversi, secondo una specie di “doppio listino” che penalizza chi si avvale della Bersani e vive al Sud. L’Osservatorio SuperMoney ha confrontato le proposte delle compagnie per un profilo medio (40enne, impiegato, proprietario di una berlina) che debba acquistare una polizza in 1a classe di merito “normale”, in 1a CU con la Bersani e in 5a CU. La simulazione è stata effettuata su Milano, Roma e Napoli.
Il risultato è il seguente:
Milano: il nostro automobilista che ha scelto la Bersani paga in media 483,98 euro. Una normale 1a CU gli costerebbe 345,04 euro, una 5a CU 380,98 euro; Roma: una 1a CU ereditata con la Bersani costa 636,19 euro, una 1a CU aggiunta con gli anni 455,92 euro, una 5a CU 491,26 euro; Napoli: la città più sfortunata per l’Rca si conferma campione delle disparità anche qui. Un assicurato in 1a CU con Bersani dovrebbe sborsare 1717,11 euro, ben il 55% in più rispetto ai 1106,17 per una 1a CU tradizionale e ai 1476,33 euro per una 5a CU.
La morale della favola è chiara: uguale classe di merito non vuol dire uguale prezzo per la polizza. Per difendersi dalla Legge Bersani, le compagnie hanno applicato un tariffario più elevato ai nuovi assicurati di cui non conoscono la storia assicurativa. La batosta, manco a dirlo, ricade ancora una volta su chi sta al volante, soprattutto se guida per le strade del Sud Italia.
“La Legge Bersani avrebbe dovuto permettere agli automobilisti di risparmiare sull’assicurazione, eppure in molti casi si è rivelata uno specchietto per le allodole”, ha commentato Andrea Manfredi, Amministratore Delegato di SuperMoney.
“Le compagnie, ‘tradendo’ lo spirito con il quale era stata scritta la Legge, hanno finito per applicare tariffe molto più elevate a chi si assicura con il Decreto del 2007. In molti casi – ha proseguito Manfredi – è meglio mantenere una classe di merito meno virtuosa anziché passare a una 1a classe con la Bersani”.
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