MILANO (WSI) – E alla fine il vincitore della scalata ad RCS è Urbano Cairo, l’editore de La7 che oggi festeggia il Cairo Day con l’assemblea straordinaria della società che dovrà apportare l’aumento di capitale di importo pari a 70 milioni di euro. È una vittoria per Intesa Sanpaolo e una sconfitta per Mediobanca.
Esce infatti battuta dalla contesa la cordata guidata da Andrea Bonomi, Diego Della valle, Mediobanca, Pirelli e UnipolSai. Proprio Bonomi ha fatto sapere che non metterà i bastoni fra le ruote a Cairo e restituirà le azioni Rcs consegnate all’Opa da 1 euro per azione.
International Media Holding ha reso noto che alla luce dei risultati provvisori dell’offerta “la condizione sul quantitativo minimo non risulta avverata e Imh comunica di non avvalersi della facoltà di rinunciare alla stessa e che pertanto l’offerta Imh è da considerarsi priva di efficacia”.
Intanto Cairo Communication ha fatto sapere di rinunciare alla condizione del livello minimo di adesioni per l’offerta su Rcs.
“E’ stato portato in adesione all’offerta un numero di azioni Rcs, tali da consentire di conseguire una partecipazione idonea ad esercitare il controllo di fatto su Rcs e, in ogni caso, superiore al 35% più una azione Rcs”.
Intanto arrivano i primi dettagli in merito al piano dell’editore di La7 che prevede una fusione fra Rcs e Cairo Communication, da realizzarsi in 12-24 mesi con l’obiettivo di raggiungere nel 2018 di un margine operativo lordo di 215 milioni di euro e ricavi pari a 1340 milioni.
Il primo grande cambiamento arriverà nei piani alti, come ha preannunciato lo stesso Urbano Cairo per cui ci sarà una mini rivoluzione nel consiglio di amministrazione con lo stesso editore che potrebbe assumere direttamente il ruolo di amministratore delegato. Massima collaborazione tra la Rizzoli e Cairo Communication con interscambi tra carta, digitale e televisione, e spinta al massimo per il web, con i marchi Rcs, come la Gazzetta dello Sport e il Corriere della Sera.
Con il cambio di assetto della proprietà societaria, non è stata tuttavia messa parola fine alle schermaglie. Le polemiche e i litigi degli ultimi giorni – fino all’ultimo i contendenti non hanno risparmiato accuse reciproche, invocando pure l’intervento della Consob come arbitro – “fanno sospettare che la battaglia non sia ancora finita e che il prossimo capitolo potrebbe svolgersi in tribunale“, secondo Il Fatto Quotidiano.