New York – Non accadeva dall’aprile del 2010, ovvero da più di due anni. Materie prime, azionario, bond e dollaro hanno tutti guadagnato nel mese di luglio. Motivo: l’impegno del numero uno della Bce Mario Draghi, volto a proteggere l’euro – che ha innescato forti acquisti sui mercati azionari – e la siccità record negli Stati Uniti, che ha fatto volare al massimo di sempre i prezzi del mais e di altre commodities agricole.
Di fatto, il comparto delle materie prime, rappresentato dallo Standard & Poor’s GSCI Total Return Index – che rappresenta 24 commodities – è salito +6,4% a luglio, al ritmo più forte dal mese di ottobre.
L’MSCI All-Country World Index – che rappresenta i mercati azionari globali, ha concluso il mese con un guadagno +1,4%. L’indice Dollar Index – che misura la performance del dollaro verso le sei principali valute – ha fatto +1,3%. Infine i bond di tutte le categorie, stando al Bank of America Merrill Lynch’s Global Broad Market Index, sono saliti in media +1,4%, al tasso maggiore dallo scorso dicembre.
“Gran parte di questo rally è dovuta alle aspettative sulle banche centrali – ha commentato, in una intervista a Bloomberg, Jason Brady, managing director presso Thonburg Investment Management a Santa Fe, Messico – Dunque, ora abbiamo un mondo in cui le azioni delle banche centrali corrispondono a quanto gli investitori sperano, e queste manovre sono davvero positive per tutte le categorie di asset e negative per i risparmiatori”.
Ovviamente, l’ultima parola spetta a Ben Bernanke, numero uno della Fed, che pronuncerà l’atteso verdetto della decisione della Fed stasera, e a Mario Draghi, il numero uno della Bce, che invece farà il grande annuncio domani.
In questo contesto, gli hedge fund continuano detengono ora le maggiori scommesse sull’incremento dei prezzi delle commodity, dal mese di marzo: è quanto trapela dai dati della Commodity Futures Trading Commission.