Recovery Fund avrà condizionalità: definirle sarà il prossimo ostacolo da superare
Il Recovery fund europeo, sopra il quale Francia e Germania hanno annunciato un accordo che attende di essere vagliato e approvato dagli altri Stati membri si fonderà su due elementi.
Il primo è che, al contrario degli interventi del Fondo salva-stati (Mes), esso agirà anche attraverso assegnazioni di denaro a fondo perduto e non prestiti.
Il secondo è costituito dalle condizioni cui i beneficiari dovranno attenersi per poter ricevere questi aiuti. E’ su quest’ultimo punto che gran parte del dibattito è destinato a concentrarsi nei prossimi giorni, visto che il documento franco-tedesco è rimasto volutamente sul vago.
Il supporto, si legge, “sarà basato su un chiaro impegno degli stati membri a far seguire solide politiche economiche e un’ambiziosa agenda di riforme”. In passato affermazioni di questo tipo erano state preludio di programmi di austerità fiscale e flessibilizzazione dei mercati del lavoro. La speranza è che, in questa fase di crisi generalizzata, condizionalità non faccia più rima con austerità. Ma il capitolo resta ancora da scrivere.
Il Recovery Fund delineato da Francia e Germania prevede una dotazione da 500 miliardi, di questi, si stima che all’Italia potrebbero andare aiuti per 100 miliardi complessivi.
Il prezzo da pagare per ricevere gli aiuti
E’ certo, però, che una forma di condizionalità, specialmente se il Recovery fund agirà anche tramite elargizioni, non potrà essere evitata: il consenso politico, in particolare quello dei Paesi del Nord, dipende strettamente dal fatto che i soldi “comuni” vengano spesi seguendo determinate prescrizioni.
Dalle parti del gruppo socialista al Parlamento europeo la speranza è che le condizioni del Recovery fund vadano nel senso di incentivare la sostenibilità, ambientale, la digitalizzazione la messa in sicurezza dell’industria di fronte alle crisi future.
E’ quanto affermato da Iratxe García, capogruppo del Pse all’Europarlamento, secondo la quale la Commissione europea, nel formulare la sua proposta di Recovery fund, non dovrebbe riesumare l’austerità.
“Se qualcuno pensa di imporre nuovamente la disciplina dell’austerità, ci opporremo, perché ciò rovinerebbe l’intera ripresa economica e appesantirebbe un’intera generazione”, ha detto Garcìa a Euractiv.
Ieri il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, non si è sbilanciato troppo sugli obiettivi specifici che il Recovery fund andrà a finanziare: “Il nostro modello è quello del bilancio della zona euro: investimenti e riforme”, ha detto in conferenza stampa precisando che l’utilizzo dei fondi dovrà essere “equilibrato ed efficiente”.
Parole che restano in attesa di una definizione più precisa.