Economia

Recovery fund: sei manager indipendenti e task force, l’idea di Conte

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Inizia a delinearsi l’assetto gestionale dei fondi europei del Recovery fund, di cui all’Italia spetta la fetta maggiore con ben 209 miliardi di euro fra prestiti e finanziamenti a fondo perduto.

Recovery fund, la piramide pensata dal governo

Secondo quanto emerso, due giorni fa al termine del vertice di maggioranza con i capi delegazione dei partiti e i ministri dell’Economia e degli Affari europei, Roberto Gualtieri ed Enzo Amendola, si fa strada la definizione di una struttura piramidale con una gestione e supervisione politica, in capo al Governo, ma affiancata da una sorta di comitato tecnico esecutore, guidato da 6 manager indipendenti (dei quali non si conosce ancora il nome).

I manager dovrebbero essere scelti dal governo ma dovrebbero anche avere poteri eccezionali, essere responsabili degli obiettivi del Recovery con deleghe in deroga alla legislazione vigente. E sarebbero coadiuvati da una task force di 300 persone.

Si tratta di una mossa di apertura del presidente del Consiglio Giuseppe Conte alle richieste dei partiti di maggioranza, soprattutto di Pd e Italia Viva, per una gestione più decentrata rispetto al controllo di Palazzo Chigi .

“Quei 209 miliardi sono per il nostro Paese la sfida della vita, sarebbe doloroso non arrivare fino in fondo” ha detto Conte in un colloquio con il Corriere della Sera in cui nega che l’Italia sia in ritardo sul Recovery Fund e si dice sicuro che “riusciremo a dare la svolta”.
“Con l’Europa abbiamo studiato un percorso a scorrimento veloce del Recovery. Stiamo facendo tantissimo, nonostante il clima di confusione che ogni tanto si alza” e promette che “che riferirà periodicamente non solo al Consiglio dei ministri ma anche al Parlamento”. “Ci sarà un grande confronto pubblico e coinvolgeremo tutto il Parlamento. Stiamo anche pensando a un comitato di garanzia, che sovrintenda all’attuazione dei progetti e verifichi che le cose stiano andando bene“.

Decisione da prendere entro pochi giorni

Il confronto è tuttavia ancora aperto. Una decisione sulla governance del Recovery fund andrà presa entro una decina di giorni, quando il governo dovrà tradurre le regole di gestione dei fondi in arrivo dall’Europa in una norma da inserire nella legge di bilancio, con un emendamento. Prima di allora, a infiammare il dibattito in maggioranza – ma anche nell’opposizione – minaccia di essere ancora una volta il Mes, il fondo salva stati per il quale è attesa a breve una riforma che permetterebbe un suo utilizzo anche nel caso di crisi bancarie.