Oggi il premier Draghi alla Camera ha svelato il suo Recovery plan che prevede nei prossimi 5 anni investimenti per 248 miliardi di euro (ai 191,5 miliardi stanziati da Bruxelles si sommano altri 56,6 miliardi messi a disposizione dal governo per progetti specifici) con tre obiettivi principali.
Il primo obiettivo del recovery plan, che ha un orizzonte temporale ravvicinato, prevede di riparare i danni economici e sociali della crisi pandemica. Il secondo, con una prospettiva più di medio-lungo termine, è volto a superare alcune debolezze che affliggono la nostra economia e la nostra società da decenni: i perduranti divari territoriali, le disparità di genere, la debole crescita della produttività e il basso investimento in capitale umano e fisico.
Infine, come terzo obiettivo, le risorse del Piano contribuiranno a dare impulso a una compiuta transizione ecologica.
Oltre agli investimenti il Piano comprende anche un ambizioso progetto di riforme necessarie per dare smalto all’economia e al funzionamento dello stato. Il governo intende attuare quattro importanti riforme: pubblica amministrazione, giustizia, semplificazione della legislazione e promozione della concorrenza.
Grazie agli investimenti e alla riforme il Governo stima un impatto significativo sulle principali variabili macroeconomiche. Nel 2026, l’anno di conclusione del Piano, il prodotto interno lordo sarà di 3,6 punti percentuali più alto rispetto all’andamento tendenziale. Nell’ultimo triennio dell’orizzonte temporale (2024-2026), l’occupazione sarà più alta di 3,2 punti percentuali. Gli investimenti previsti nel Piano porteranno inoltre a miglioramenti marcati negli indicatori che misurano i divari regionali, l’occupazione femminile e l’occupazione giovanile. Il programma di riforme potrà ulteriormente accrescere questi impatti.
I progetti di riforma e le richieste di finanziamento elaborate dal Consiglio dei ministri verranno presentati a Bruxelles venerdì 30 aprile.
Le 280 pagine del piano messo a punto dal governo si articolano in sei missioni, vediamole nel dettaglio.
Prima Missione: digitalizzazione, innovazione, competitività e Cultura.
Le risorse destinate a questa missione sono quasi 50 miliardi, di cui 41 finanziate con il Dispositivo Europeo e 8,5 con il Piano complementare nazionale, pari al 27% delle risorse totali del Piano.
L’obiettivo principale è promuovere e sostenere la trasformazione digitale e l’innovazione del sistema produttivo del Paese, investendo nella crescita dimensionale delle imprese, in filiere ad alta tecnologia e nella pubblica amministrazione. Nel dettaglio verranno effettuati investimenti nella fibra ottica, nel cloud, nel 5G, nell’identità digitale, nella telemedicina e in molte altre tecnologie.
Per il rilancio della cultura e del turismo, una prima linea di azione riguarda interventi di valorizzazione di siti storici e culturali, volti a migliorare la capacità attrattiva, la sicurezza e l’accessibilità dei luoghi. Gli interventi sono dedicati non solo ai cosiddetti “grandi attrattori”, ma anche alla tutela e alla valorizzazione dei siti minori. Si aggiungono misure per una riqualificazione ambientalmente sostenibile delle strutture e dei servizi turistici, che fanno leva anche sulle nuove tecnologie.
Seconda missione: rivoluzione verde e transizione ecologica,
La dotazione complessiva di questa missione è la più cospicua tra le 6 proposte (quasi 70 miliardi, di cui 60 finanziati con il Dispositivo europeo). Vi sono inoltre investimenti a supporto della transizione ecologica anche in altre Missioni.
Questa missione si occupa dei grandi temi dell’agricoltura sostenibile, dell’economia circolare, della transizione energetica, della mobilità sostenibile, dell’efficienza energetica degli edifici, delle risorse idriche e dell’inquinamento. La missione migliora la sostenibilità del sistema economico e assicura una transizione equa e inclusiva verso una società a impatto ambientale pari a zero. Questa prevede misure per migliorare la gestione dei rifiuti e per l’economia circolare, rafforza le infrastrutture per la raccolta differenziata, e ammoderna o sviluppa nuovi impianti di trattamento rifiuti.
Per raggiungere la progressiva decarbonizzazione, sono previsti interventi per incrementare significativamente l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili, per il rafforzamento delle reti e una mobilità più sostenibile.
Vi è uno sforzo significativo per promuovere l’efficientamento energetico di edifici pubblici e privati. Per il Superbonus al 110 per cento sono previsti, tra PNRR e Fondo complementare, oltre 18 miliardi, le stesse risorse stanziate dal precedente governo. Non c’è alcun taglio. La misura è finanziata fino alla fine del 2022, con estensione al giugno 2023 solo per le case popolari (Iacp).
Per il futuro, il Governo si impegna a inserire nel Disegno di Legge di bilancio per il 2022 una proroga dell’ecobonus per il 2023, tenendo conto dei dati relativi alla sua applicazione nel 2021, con riguardo agli effetti finanziari, alla natura degli interventi realizzati, al conseguimento degli obiettivi di risparmio energetico e di sicurezza degli edifici.
Inoltre, nella missione, non sono stati trascurati i temi della sicurezza del territorio, con interventi di prevenzione e di ripristino a fronte di significativi rischi idrogeologici, della salvaguardia delle aree verdi e della biodiversità, e quelli relativi all’eliminazione dell’inquinamento delle acque e del terreno, e alla disponibilità di risorse idriche.
Missione 3: infrastrutture
Nel complesso a questa finalità sono allocati oltre 31 miliardi. Gran parte delle risorse è destinata all’ammodernamento e al potenziamento della rete ferroviaria. Si prevede il completamento dei principali assi ferroviari ad alta velocità ed alta capacità (per una spesa stimata in 13,2 miliardi), l’integrazione fra questi e la rete ferroviaria regionale e la messa in sicurezza dell’intera rete. Vi sono poi interventi per la digitalizzazione del sistema della logistica, per migliorare la sicurezza di ponti e viadotti, e misure per innalzare la competitività, capacità e produttività dei porti italiani.
Missione 4: Istruzione e Ricerca
A questa missione sono destinati quasi 32 miliardi, di cui uno finanziato con risorse nazionali tramite il Fondo complementare, e 31 con il Dispositivo europeo. I progetti proposti intendono rafforzare il sistema educativo lungo tutto il percorso di istruzione, sostenere la ricerca e favorire la sua integrazione con il sistema produttivo.
Gli interventi principali riguardano:
Il miglioramento qualitativo e l’ampliamento quantitativo dei servizi di istruzione, a partire dal rafforzamento dell’offerta di asili nido, scuole materne e servizi di educazione e cura per la prima infanzia.
Lo sviluppo e il rafforzamento dell’istruzione professionalizzante.
I processi di reclutamento e di formazione degli insegnanti.
Il potenziamento e l’ammodernamento delle infrastrutture scolastiche, ad esempio con il cablaggio interno di circa 40.000 edifici scolastici.
La riforma e l’ampliamento dei dottorati.
Il rafforzamento della ricerca e la diffusione di modelli innovativi per la ricerca di base e applicata condotta in sinergia tra università e imprese.
Infine, il sostegno ai processi di innovazione e trasferimento tecnologico.
Quinta Missione: lavoro, inclusione sociale e coesione territoriale.
I fondi destinati a questi obiettivi superano nel complesso i 22 miliardi, ma ulteriori 7,3 miliardi di interventi beneficeranno delle risorse di REACT-EU. Sono previsti investimenti in attività di formazione e riqualificazione dei lavoratori. Si prevede l’introduzione di una riforma organica e integrata in materia di politiche attive e formazione, nonché misure specifiche per favorire l’occupazione giovanile. Sono introdotte misure a sostegno dell’imprenditorialità femminile e un sistema di certificazione della parità di genere che accompagni e incentivi le imprese ad adottare politiche adeguate a ridurre il gap di genere.
Il governo ha scelto poi di destinare importanti risorse alle infrastrutture sociali funzionali alla realizzazione di politiche a sostegno delle famiglie, dei minori, delle persone con gravi disabilità e degli anziani non autosufficienti. A queste si affiancano misure per la riqualificazione dei tessuti urbani più vulnerabili (periferie, aree interne del Paese) e interventi di potenziamento dell’edilizia residenziale pubblica.
Missione 6: Salute
Le riforme e gli investimenti proposti con il Piano in quest’area (stanziati 19 miliardi) hanno due obiettivi principali: rafforzare la prevenzione e i servizi sanitari sul territorio e modernizzare e digitalizzare il sistema sanitario per garantire un equo accesso a cure efficaci.
E’ previsto un significativo incremento delle prestazioni in assistenza domiciliare fino a prendere in carico entro il 2026 il 10% di età sopra i 65 anni, in particolare coloro che hanno patologie croniche o non sono autosufficienti.
Inoltre, il miglioramento delle prestazioni erogate sul territorio è perseguito attraverso il potenziamento e la creazione di strutture e presidi territoriali (come le Case della Comunità e gli Ospedali di Comunità), il rafforzamento dell’assistenza domiciliare, lo sviluppo della telemedicina e una più efficace integrazione con tutti i servizi socio-sanitari.
A queste misure si affiancano progetti per il rinnovamento e l’ammodernamento delle strutture tecnologiche e digitali esistenti; per il completamento e la diffusione del Fascicolo Sanitario Elettronico; per una migliore capacità di erogazione e monitoraggio dei Livelli Essenziali di Assistenza. Rilevanti risorse sono destinate inoltre alla ricerca scientifica e a favorire il trasferimento tecnologico, oltre che a rafforzare le competenze e il capitale umano del Servizio Sanitario Nazionale.
Nel più generale ambito sociosanitario, verrà introdotta un’importante riforma per la non autosufficienza, con l’obiettivo primario di offrire risposte ai problemi degli anziani. Questa misura affronta in maniera coordinata i diversi bisogni che scaturiscono dalle conseguenze dell’invecchiamento.