Il Piano nazionale di ripresa e resilienza dell’Italia, che riunisce i vari investimenti e progetti che potranno essere finanziati tramite il Recovery plan, ha ottenuto dalla Commissione una valutazione massima (“A”) in tutte le sue sezioni. Unica eccezione, come per tutti gli altri Pnrr presentati finora, la voce costi, valutata con una “B”.
E’ quanto si apprende in anteprima da fonti Ansa, che hanno potuto consultare le votazioni che saranno ufficializzate entro martedì dalla Commissione europea.
Il recovery plan italiano
Con queste premesse l’esecutivo Ue si appresta a dare il via libera al pre-finanziamento del 13% sulla quota di Recovery spettante all’Italia, che sbloccherà i primi 25 miliardi di euro.
Il 37% delle misure previste dal Pnrr italiano, ha notato Bruxelles, sono rivolte al capitolo della transizione energetica – la percentuale minima consentita per ottenere l’ok dell’Ue. Un Pnrr, comunque giudicato come “ben allineato” al Green Deal europeo.
Un altro 25% del piano è poi dedicato alla digitalizzazione delle imprese, incentivi fiscali per la transizione 4.0, la banda larga e il sostegno a ricerca e innovazione.
A poche ore dall’approvazione ufficiale è intervenuto sul Pnrr italiano il commissario europeo agli Affari economici, Paolo Gentiloni, che ha parlato di un percorso di riforma non facile per il Paese: “Per quanto riguarda le riforme indubbiamente c’è un collegamento tra il piano di Recovery e le riforme”, ha dichiarato dalla conferenza di Taormina e Messina, “la commissione europea ogni anno emette delle raccomandazioni ai vari Paesi per le riforme: questo non vale soltanto per l’Italia, ma per tutti gli stati. L’Italia si propone nel piano di Recovery di intervenire in alcuni settori come la giustizia, la concorrenza, il settore degli appalti pubblici e della pubblica amministrazione, il fisco. Tutte grandi questioni le cui riforme non saranno scritte a Bruxelles, ma quest’ultima condizionerà l’erogazione delle risorse al raggiungimento degli obiettivi. Mantenere questi impegni sarà fondamentale, ma anche difficile”.
Per Gentiloni, tuttavia, “ci sono condizioni favorevoli con un ampia maggioranza parlamentare guidata dall’uomo giusto al momento giusto, e cioè Mario Draghi”.
I piani degli altri Paesi europei
Nel corso della settimana sono attese le valutazioni dei Pnrr di Slovacchia, Lettonia, Germania, Belgio e Francia che sarebbero tutti proiettati verso l’approvazione.
Hanno già passato l’esame dell’esecutivo Ue, invece, Portogallo, Spagna, Grecia, Danimarca e Lussemburgo. L’ultimo Pnrr promosso questo lunedì è quello austriaco, che ha destinato alla transizione verde il 59% delle risorse del Piano.
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Nei giorno scorsi sono state emesse le prime tranche dei Recovery Bond destinati al finanziamento dei singoli progetti nazionali, con un successo superiore alle (già elevate) aspettative. Il collocamento dei primi E-Bond decennali (chiamarli eurobond non piace a tutti in Europa) ha raggiunto i 20 miliardi di euro contro i 10 miliardi previsti. La domanda ha toccato quota 140 miliardi di euro.