Economia

Redditi famiglie in salita ma non bastano per proteggersi dal balzo dell’inflazione

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Nel 2021 la propensione al risparmio delle famiglie scende al 13,1% (dal 15,6% nel 2020), mentre il reddito disponibile aumenta del 3,8%, la spesa per consumi finali del 7,0%. Così rende noto l’Istat secondo cui nel corso del 2021 l’espansione dell’attività produttiva e il ritorno delle retribuzioni ai livelli del 2019 hanno generato una crescita del reddito disponibile delle famiglie consumatrici del 3,8% (+42,5 miliardi di euro), dopo che nel 2020 si era avuta una contrazione del 2,7% (-30,6 miliardi).

Il potere d’acquisto, ossia il reddito disponibile espresso in termini reali, pur aumentando del 2,1% su base annua, non si è riportato però ai livelli pre-crisi.
La crescita dell’economia ha determinato un incremento di 74,3 miliardi di euro del reddito primario delle famiglie (+6,3%). I redditi da lavoro dipendente sono aumentati di 51,4 miliardi di euro (+7,6%), così come quelli derivanti dallattività imprenditoriale (+21,2 miliardi, +7,3%). In particolare, dalle piccole imprese di loro proprietà, le famiglie hanno ricevuto utili per 16,5 miliardi di euro in più rispetto al 2020 (+8,2%).

L’Inflazione cresce più dei redditi

Redditi in crescita in sostanza, dice l’Istituto nazionale di statistica, ma non bastano per coprirsi dal balzo dell’inflazione. Nel mese di marzo difatti l’indice dei prezzi al consumo accelera per il nono mese consecutivo registrando un aumento del 6,7% su base annua (da +5,7% del mese precedente), livello che non si registrava dal 1991.

“Le nostre peggiori previsioni trovano purtroppo conferma nei dati Istat – ha commentato il presidente del Codacons Carlo Rienzi – L’inflazione al 6,7%, considerata la totalità dei consumi di una famiglia, si traduce in una stangata da +2.058 euro annui per la famiglia “tipo”, e addirittura +2.674 euro annui per un nucleo con due figli”. “Il caro-carburante e i rialzi delle bollette energetiche hanno spinto al rialzo i prezzi al dettaglio in tutti i settori, ma sul tasso di inflazione di marzo pesano anche vere e proprie speculazioni legate alla guerra in Ucraina – denuncia il presidente Rienzi – Sull’andamento dei prezzi attendiamo ora l’esito delle indagini aperte da Antitrust e dalle Procure di tutta Italia grazie agli esposti presentati dal Codacons e, se sarà accertato che l’aumento dei listini è stato determinato da fenomeni speculativi, avvieremo una maxi-class action contro i responsabili, per conto di milioni di famiglie e imprese”.