Se in Italia ancora è incerta la data di partenza del reddito minimo, cavallo di battaglia dei Cinque Stelle e inserito nel contratto di governo con la Lega, nel resto del mondo partono esperimenti – e a volte falliscono – proprio su questo strumento di sostegno al reddito.
L’ultimo in ordine tempo arriva da una città in Svizzera, Rheinau, che sta per avviare il progetto di reddito di cittadinanza da 2.500 franchi svizzeri al mese –ossia 2210 euro – per tutti i cittadini. L’esperimento arriva dopo che la Svizzera ha respinto in modo schiacciante le proposte per un reddito di base a livello nazionale in un referendum di due anni fa.
A differenza delle proposte nazionali però il reddito di cittadinanza che parte nella città di Rheinau non sarà finanziato dal contribuente ma tramite il crowdfunding o le donazioni da parte di istituzioni.
A seconda del programma, i partecipanti riceveranno un reddito mensile di base che varia in base alla loro età e che oscilla tra i 625 franchi svizzeri (490 sterline) per i minori di 18 anni a 2.500 franchi per quelli di età superiore a 25 anni. La scadenza per iscriversi al programma è il 15 settembre e ieri, 702 dei 1.300 abitanti della città si sono registrati. Dietro il progetto c’è Rebecca Panian, regista svizzera che sul test intende realizzare un film.
“Mi interessano le ricadute sociali e sull’economia locale di un’iniziativa di questo tipo”.
Dato il costo della vita in Svizzera, la somma di 2.500 franchi non è molto grande, certo è che sarà un test interessante anche per altri paesi. La Finlandia ha introdotto un progetto pilota per esaminare i benefici di un reddito di base universale, mentre è all’ordine del giorno del governo italiano che potrebbe inserirlo nella legge di bilancio. Sull’ipotesi inoltre stamane il quotidiano La Repubblica scrive che si farebbe largo un eventualità diversa ossia quella del mini-sussidio, ossia “300 euro al mese per 4 milioni di persone”.