Il sussidio Hartz IV, in Germania, viene percepito non solo dai soggetti in cerca di lavoro ai è scaduta l’indennità di disoccupazione, ma anche da chi lavora e non riesce a realizzare un reddito sufficiente. Secondo quanto scrive la Frankfurter Allgemeine Zeitung, è in crescita la quota di percettori di Hartz IV che, contestualmente, ha un’occupazione: l’anno scorso la cifra ricevuta da questi lavoratori ha superato i dieci miliardi di euro.
Oltre a rappresentare un sussidio che presenta tratti comuni con quello che dovrebbe diventare il reddito di cittadinanza italiano, Hartz IV solleva anche una problematica su cui il governo italiano, se intende procedere in questa direzione, dovrebbe riflettere: le imprese, sapendo dell’esistenza del sussidio potrebbero offrire paghe sistematicamente più basse, traendo beneficio dal flusso di denaro proveniente dallo stato a integrazione del salario del dipendente. Per questo c’è chi sostiene che si tratti, in gran parte, di un aiuto di stato occulto alle imprese. Per questo il partito di sinistra tedesco, Die Linke, più che spingere su questa forma di solidarietà propone di innalzare la soglia del salario minimo. In Italia la delega del Jobs Act che invitava il governo a introdurlo nell’ambito della riforma, è rimasta lettera morta.
“Nel complesso in Germania centinaia di migliaia di percettori di un’integrazione salariale, sebbene abbiano un lavoro dipendente devono fare affidamento sulla sicurezza di base (Hartz IV). Ciò emerge da una statistica della Bundesagentur für Arbeit su cui la Linke al Bundestag ha voluto portare l’attenzione”, scrive la Faz (la traduzione è di Vocidallagermania.it), “negli anni fra il 2007 e il 2017 a tali comunità di bisogno Hartz IV sono stati pagati un totale di oltre 107 miliardi di euro di integrazioni salariali. Il valore è oscillato tra i 9 e i 10,36 miliardi di euro e dal 2011 è sempre stato inferiore ai dieci miliardi di euro”.
“Da molti anni ormai l’intera società sovvenziona i datori di lavoro che pagano bassi salari o offrono ai dipendenti solo part-time o mini-job, anche se in realtà molti lavoratori vorrebbero lavorare di più”, ha detto la portavoce per il mercato del lavoro della Linke Sabine Zimmermann.