Possibili novità in arrivo per chi percepisce il Reddito di cittadinanza, il sussidio bandiera del Movimento Cinque Stelle. Se la metà di chi percepisce il Reddito è sprovvisto di un titolo di studio che vada oltre la terza media, la proposta del ministro del lavoro Orlando promette di far discutere.
Il Reddito di cittadinanza dovrà essere concesso solo a chi non ha un lavoro, ma che allo stesso tempo si impegni in programmi formativi costanti, insomma “a chi non studia niente più Reddito di cittadinanza”.
Così il ministro intervenendo recentemente sul reddito di cittadinanza, secondo cui chi riceve il sussidio dovrà nel tempo seguire corsi di aggiornamento e/o formazione, che potrebbero essere obbligatori per poter continuare a percepire il sussidio.
L’idea è quella di migliorare la connessione tra il reddito di cittadinanza e i vari sostegni con le politiche attive del lavoro e quindi con le politiche per l’istruzione. Il reddito diventa così un sostegno per investire su sé stessi.
In altre parole, cambierebbe non poco per il reddito di cittadinanza e per i percettori del beneficio erogato mensilmente e chi è titolare della card dovrà, in attesa di trovare un lavoro, proseguire a studiare o comunque continuare la formazione teorica e pratica. Insomma un’altra proposta che mette nel mirino i percettori del reddito di cittadinanza, spesso accusati di pigrizia e inattività lavorativamente parlando.
Le varie proposte finora previste per il reddito sono state tutte prontamente bocciate. L’ultima in ordine temporale si sarebbe voluta inserirla all’interno del decreto Sostegni-bis, che prevedeva l’obbligo ai beneficiari del Reddito di cittadinanza di accettare proposte di lavori stagionali entro un raggio di 100 km dal luogo di residenza pena la revoca del sussidio. Proposta presentata dai Cinque Stelle ma poi bocciata alla Camera.
Quando si perde il reddito di cittadinanza
Si prevede la decadenza quando uno dei componenti il nucleo familiare:
- non effettua la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro;
- non sottoscrive il Patto per il lavoro ovvero il Patto per l’inclusione sociale;
- non partecipa, in assenza di giustificato motivo, alle iniziative di carattere formativo o di riqualificazione o ad altra iniziativa di politica attiva o di attivazione;
- non aderisce ai progetti utili alla collettività, nel caso in cui il comune di residenza li abbia istituiti;
- non accetta almeno una di tre offerte di lavoro congrue oppure, in caso di rinnovo, non accetta la prima offerta di lavoro congrua;
- non comunica l’eventuale variazione della condizione occupazionale oppure effettua comunicazioni mendaci producendo un beneficio economico del Reddito di cittadinanza maggiore;
- non presenta una DSU aggiornata in caso di variazione del nucleo familiare;
- venga trovato, nel corso delle attività ispettive svolte dalle competenti autorità, intento a svolgere attività di lavoro dipendente, ovvero attività di lavoro autonomo o di impresa, senza averlo comunicato.