Approda in Consiglio dei ministri per un primo esame il decreto legislativo che introduce il reddito d’inclusione (Rei), una misura contro la povertà, che nelle intenzioni del Governo si dovrebbe rivolgere ad una platea di 400 mila famiglie, poco meno di 1,8 milioni di persone.
Il Rei sostituirà il Sostegno all’inclusione attiva (Sia) e anche l’Asdi, l’Assegno di disoccupazione, destinato a sparire dall’inizio del 2018. Dal punto di vista delle risorse, sul tavolo ci sono 1,4 miliardi per il prossimo anno e 1,56 per il 2019.
Secondo Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, la misura non è sufficiente per combattere la povertà in Italia:
“Se anche prendessimo per buone le ottimistiche previsioni del Governo, in realtà forse raggiungibili solo dando una miseria pari ad 80 euro a persona, importo ufficialmente non prefissato, si tratterebbe di una platea pari ad appena il 25,3% delle famiglie povere, 1 mln e 582 mila e al 38,5% degli individui poveri, pari a 4 milioni e 598 mila”.
A questo proposito, nell’ultima relazione annuale di Bankitalia, ha avvisato che, affinché il decreto sia sia realmente efficace, “è necessario verificare le effettive condizioni di bisogno per accedere al beneficio” e “porre in essere adeguati servizi alle famiglie per garantire loro una maggiore inclusione sociale, in aggiunta ai trasferimenti monetari”.