ROMA (WSI) – Se vince il No al referendum costituzionale in programma il 4 dicembre prossimo non ci sarà uno choc dei mercati. A dirlo Giovanni Zanni, capoeconomista del team per il Sud Europa di Credit Suisse che, in una intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha analizzato gli impatti sul mercati del referendum italiano.
“La riforma della Costituzione punta ad avvicinare il sistema decisionale italiano a quelli europei. Se vincerà il Sì la reazione dovrebbe essere positiva. La vittoria del No sarebbe letta invece come un potenziale elemento di ritardo e di rallentamento sul processo di riforme messo in atto dal Paese. Questo però non è un rischio sistemico. Inoltre il quadro di policy e macroeconomico è diverso rispetto al 2011–12 quando eravamo in piena bufera. Le banche italiane sono più solide, sono state fatte ricapitalizzazioni, gli stress test sono stati superati da tutti gli istituti eccetto uno. La situazione è diversa”.
Secondo Zanni é eccessivo parlare di rischio choc dei mercati in caso di vittoria del no al referendum:
“Non credo siamo di fronte a un rischio sistemico. Certo è probabile che ci sarà un ulteriore allargamento, ma non esagerato, del nostro spread sul bund e anche le banche ne risentiranno. Però non sarà una situazione che non si possa gestire: siamo in una fase di ripresa economica seppure moderata e c’è l’ombrello Bce (…) Con il No il sistema decisionale del Paese resta quello attuale, molto complicato come sappiamo ma alla fine con grandi sforzi l’Italia in qualche modo va avanti. Si ha un rischio sistemico se si mettono in discussione i principi base, come ad esempio l’appartenenza all’Ue Ue o all’euro, com’è accaduto con la Brexit o con la crisi greca dello scorso anno, quando si è arrivati a ipotizzare l’uscita di Atene dall’Eurozona. Perché si arrivi a un rischio sistemico in Italia si devono creare tutta una serie di condizioni che non si materializzano immediatamente con la vittoria del No al referendum”.