Un Comitato promotore ha avviato da alcuni giorni la raccolta firme per un referendum abrogativo delle norme istitutive del green pass. L’obiettivo è raggiungere le 500mila sottoscrizioni previste della Costituzione, che consentirebbero di sottoporre al vaglio della Consulta, e successivamente al voto, il lasciapassare diventato obbligatorio anche sul luogo di lavoro.
Il Comitato organizzativo è composto dall’avvocato del Foro di Salerno, Olga Milanese, dal professore di diritto internazionale alla Sapienza di Roma, Luca Marini e dal professore di filologia all’Università di Bologna, Francesco Benozzo.
Fra i firmatari dell’iniziativa c’è anche l’ex direttore di Rai2, Carlo Freccero. “Dietro il green pass c’è molto di più. L’Oms ha pubblicato in questi giorni il prototipo di tessera vaccinale da adottare da parte degli stati. Il green pass è destinato a diventare l’embrione della futura tessera di identificazione digitale a cui mira il Grande Reset attualmente in attuazione”, ha dichiarato Freccero facendo aperto riferimento a quella che è già stata definita come una teoria del complotto.
Secondo le motivazioni alla base della campagna, consultabili sul sito ufficiale, il green pass escluderebbe “dalla vita economica e sociale della nazione quei cittadini che sostengono convinzioni ed evidenze diverse da quelle imposte dal Governo”, violando, a detta dei promotori, l’articolo 3 della Costituzione.
Secondo uno dei sostenitori del referendum, l’avvocato Paolo Sceusa, il governo avrebbe disatteso le disposizioni del regolamento Ue 2021/953 sui certificati interoperabili di vaccinazione introducendo elementi di discriminazione per i non vaccinati. Il regolamento citato recita quanto segue:
“E’ necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono vaccinate, per esempio per motivi medici, perché non rientrano nel gruppo di destinatari per cui il vaccino anti COVID-19 è attualmente somministrato o consentito, come i bambini, o perché non hanno ancora avuto l’opportunità di essere vaccinate o hanno scelto di non essere vaccinate”. Quest’ultimo riferimento alla “scelta” sarebbe alla base della contesa.
Anche se la raccolta firme raggiungesse il suo obiettivo il referendum non potrebbe avere luogo prima del prossimo aprile. Alcune delle norme di contenimento che sarebbero soggette ad abrogazione, ben al di là del solo green pass, potrebbero essere già scadute o sostituite da altri provvedimenti non toccati dai quesiti del referendum. Eccoli nel dettaglio:
- “Volete che sia abrogato il DECRETO-LEGGE 22 aprile 2021, n. 52 (Misure urgenti per la graduale ripresa delle attività economiche e sociali nel rispetto delle esigenze di contenimento della diffusione dell’epidemia da COVID-19) convertito con modificazioni dalla L. 17 giugno 2021, n. 87, limitatamente all’art. 9 (Certificazioni verdi COVID-19) e successive modifiche ed integrazioni?”
- “Volete che sia abrogato il Decreto-Legge 23 luglio 2021, n.105, (Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19 e per l’esercizio in sicurezza di attività sociali ed economiche)?”
- “Volete che sia abrogato il DECRETO-LEGGE 6 agosto 2021, n. 111 (Misure urgenti per l’esercizio in sicurezza delle attività scolastiche, universitarie, sociali e in materia di trasporti)?”
- “Volete che sia abrogato il DECRETO-LEGGE 10 settembre 2021, n. 122 (Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza da COVID-19 in ambito scolastico, della formazione superiore e socio sanitario-assistenziale.)?”