ROMA (WSI) – Se il referendum costituzionale si tenesse domani, vincerebbe il no ottenendo il 90% e oltre dei consensi. A renderlo noto un’analisi di due ricercatori dell’Istituto Universitario Europeo (Eui) di Firenze, pubblicato anche sul blog “Europp” della London School of Economics e reso noto dal quotidiano Repubblica.
Sono James Dennison e Jonas Bergan Draege i due politologi che hanno condotto lo studio, raccogliendo i sondaggi sul voto di dicembre pubblicati negli ultimi due anni e mezzo e calcolato la probabilità con cui potrebbe avverarsi la vittoria di ciascuno dei due schieramenti, rendono noto come oggi il fronte del Sì va per la maggiore.
“Se si guarda soltanto ai sondaggi di ottobre e si ignorano gli indecisi, c’è una probabilità del 92,3% che il no sia in vantaggio”.
Queste le parole di Dennison raccolte da Repubblica. Il lavoro dei due ricercatori è comunque soggetto ad ampi margini di incertezza, primo fra tutti la percentuale di indecisi visto che a differenza di altri referendum, il numero di intervistati che ancora oggi è indeciso su come votare non tende a diminuire molto, anche a causa della complessità del quesito.
Ma il premier – secondo Dennison e Draege – può ancora recuperare lo svantaggio, per esempio puntando su una campagna maggiormente incentrata sui contenuti della riforma e meno sul suo futuro politico.
“La personalizzazione del voto dell’inizio della campagna è stata un grave errore. Il fronte del Sì sta provando a superare questa strategia e questo potrebbe aiutarli (…) C’è un rischio che Renzi si stia trovando nel posto sbagliato al momento sbagliato. Ha presentato la riforma come un modo di dare ai politici più potere per cambiare le cose, ma lo fa in un momento in cui l’antipolitica non è mai stata così forte”.