Economia

Regioni verso lo stato di emergenza per il maltempo. Cosa significa

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Il maltempo delle ultime ore ha provocato gravi problemi in numerose regioni del nord Italia. Dopo la conta dei danni, ieri Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna, ha dichiarato:

“Decreteremo lo stato di emergenza regionale, ma chiederemo quello nazionale perché riteniamo ci siano tutte le condizioni per farlo”. 

Sulla stessa lunghezza d’onda la Regione Lombardia, il cui presidente Attilio Fontana ha promesso:

“Il nubifragio che ha colpito la Lombardia questa notte penso possa ritenersi il più intenso da parecchi decenni. Entro oggi formalizzeremo al Governo lo stato di emergenza”.

Il governatore della Regione Veneto, Luca Zaia, ha precisato:

“Lo stato di emergenza regionale sarà aggiornato nelle prossime ore alla luce delle nuove perturbazioni. Servono ristori economici per i territori del Veneto colpiti: è quello che chiederemo allo Stato”.

Il ministro per la Protezione Civile, Nello Musumeci, ha rassicurato che nel Consiglio dei ministri del 26 luglio 2023 sarà dichiarato lo stato di emergenza. Ma cos’è? E quali sono le sue conseguenze?

Cos’è lo stato di emergenza

Lo stato di emergenza può essere dichiarato dal Consiglio dei ministri in circostanze eccezionali.   In passato, è stato dichiarato lo stato d’emergenza per il coronavirus, l’aumento dell’immigrazione, altre catastrofi naturali (maltempo, terremoti ecc.).

Lo stato di emergenza può avere un rilievo locale, regionale o nazionale. In quest’ultimo caso, ha una durata massima di 12 mesi, prorogabili per ulteriori 12 mesi. E’ stato introdotto e disciplinato dalla legge n. 225 del 24 febbraio 1992, la stessa che ha istituito la Protezione Civile, poi aggiornata con il DL n. 59/2012. La legge stabilisce i 4 requisiti dello stato di emergenza:

  1. può essere dichiarato non solo al verificarsi degli eventi calamitosi, ma anche nella loro imminenza;
  2. conferisce al Consiglio dei Ministri la competenza di attribuire il potere di ordinanza; la norma non effettua una previa individuazione del novero dei potenziali destinatari, fatta salva l’indicazione contenuta nel successivo comma 2, che conferisce potere di ordinanza al Capo del Dipartimento per la protezione civile salvo che sia diversamente stabilito con la deliberazione dello stato di emergenza; in ogni caso, l’ordinanza deve essere concordata con le regioni territorialmente interessate;
  3. l’indicazione dell’amministrazione pubblica competente in via ordinaria per il coordinamento degli interventi successivi alla scadenza dello stato di emergenza.

Le conseguenze dello stato d’emergenza

La conseguenza immediata dello stato d’emergenza, appena viene presa la decisione in merito dal Consiglio dei Ministri, è lo stanziamento delle prime risorse finanziarie da destinare ai soccorsi e all’assistenza alla popolazione in difficoltà. Seguirà un’attenta e dettagliata ricognizione dei danni, per poi stimare le spese e autorizzarle nell’ambito del fondo per le emergenze nazionali, che può essere progressivamente incrementato nel corso della durata dello stato di emergenza.

Inoltre, con la dichiarazione d’emergenza può essere nominato un commissario, che deve impegnarsi per: superare l’emergenza, ridurre il rischio residuo, ripristinare i servizi essenziali, assistere la popolazione.

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