Società

Regno Unito bloccato: maggiore sciopero degli ultimi 30 anni

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Londra – La Gran Bretagna intera e’ colpita oggi dal maggiore sciopero degli ultimi trent’anni. A protestare contro i cambiamenti al loro pacchetto pensioni sono gli statali. Chiusi scuole, ospedali, tribunali e uffici governativi.

Non sono piaciute le misure di austerità decise dal governo e le modifiche al sistema pensionistico. I sindacati sono contrari alla proposta di aumentare i contributi che i lavoratori devono versare e contestano anche la scelta di estendere l’età pensionabile, obbligando quindi i dipendenti pubblici a lavorare più a lungo prima di poter andare in pensione.

I disagi principali hanno interessato le scuole pubbliche. La BBC stima che circa il 60% delle 21.700 scuole in Inghilterra siano rimaste chiuse, mentre in un altro 13% le lezioni sono andate avanti a singhiozzo con l’assenza di numerosi insegnanti.

In Scozia soltanto 30 dei 2.700 istituti statali è aperto, mentre in Galles l’80% delle scuole è chiuso. In Irlanda del Nord sono fermi tutti i treni e gli autobus.

Pochi invece per ora pochi i disagi in porti e aeroporti, dove a incrociare le braccia sono gli addetti al controllo passaporti.

Secondo i sindacati, a partecipare alla protesta sono in totale 300.000 dipendenti statali in Scozia e 170.000 in Galles. In Inghilterra, circa 400.000 dipendenti della sanità pubblica sono in sciopero e 60.000 interventi chirurgici non urgenti, appuntamenti medici ed esami sono stati posticipati.

I sindacati fuori dagli uffici del governo a Whitehall, nel centro di Londra, affermano che il 70% dei dipendenti si uniranno allo sciopero. Quattro arresti sono già stati effettuati in vista della manifestazione che si tiene nel pomeriggio nella capitale, due per aver attaccato un poliziotto e altri due per possesso di armi.

In Italia intanto, e’ stato indetto per il 15 e 16 dicembre uno sciopero di 24 ore di treni e bus. Lo proclamano unitariamente i sindacati a sostegno del contratto, Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugltrasporti, Orsa Trasporti, Faisa e Fast, “a sostegno della vertenza per la sottoscrizione del nuovo contratto della Mobilità”.