ROMA (WSI) – Desidererei sapere se può essere più sicuro, visti i tempi attuali, l’investire il proprio patrimonio su due gestori diversi, ad esempio una banca ed una finanziaria, o se invece non cambia nulla.
Irene G.
Il principio di non mettere tutte le uova nello stesso paniere, a proposito di investimenti, è in genere sempre valido e consigliabile, ma per applicarlo in modo efficace bisogna partire dai diversi tipi di diversificazione del rischio.
Se si investe nello stesso strumento, per esempio in fondi comuni in una banca, o in una finanziaria, o in una sim non cambia nulla in termini di “sicurezza” contro il fallimento delle tre entità, perché per la legge sui fondi i patrimoni sono considerati “separati” dal capitale della banca o sim o finanziaria, quindi il sottoscrittore è “protetto” alla stessa maniera.
Poi c’è però il merito, cioè il contenuto dei fondi: è evidente che la diversificazione esercitata acquistando una certa percentuale di fondi azionari e una certa percentuale di fondi obbligazionari esporrà il risparmiatore ad un rischio minore che se avesse solo fondi azionari. C’è, infine, il discorso dei “gestori diversi”. Anche qui può essere applicato il principio della diversificazione: affidare 100 a un solo gestore, per esempio genericamente azionario, oppure 50 e 50 a due gestori (ovviamente, genericamente azionari anche loro) darà come risultato un guadagno (o una perdita) che sarà la media tra i due rendimenti realizzati, perché presumibilmente uno sarà stato migliore dell’altro.
Di questa diversificazione si vedrà quindi l’esito solo a posteriori. Ma è anche possibile scegliere due gestori azionari che hanno diversi stili di gestione, per esempio uno più aggressivo (growth) e l’altro più difensivo (value): in questo caso la diversificazione è anticipata, perché aspettative di ritorno e grado di rischio sono diversi in partenza.
Due ore di permesso al giorno
Lavoratrice dipendente disabile con handicap grave fruisco dei tre giorni di permesso mensili retribuiti con accredito Inps dei contributi figurativi. Qualora in luogo dei tre giorni chiedessi di fruire di due ore di permesso giornaliero (per ridurre la mia stanchezza) anche per dette ore mi sarebbero accreditati i contributi? In caso contrario potrei supplire con un riscatto o con una contribuzione volontaria?
Ester
Nessun problema: le due ore sono assicurate ai fini pensionistici.
La ricaricabile della figlia
Ho fatto una carta di credito ricaricabile per mia figlia che andrà a studiare sei mesi in Inghilterra. La mia banca mi ha garantito che è il sistema più sicuro, ma che i casi di truffe possono sempre verificarsi, anche con questo strumento. E’ vero? Ci sono statistiche?
Mario P.
Dopo aver assicurato il lettore che la sua scelta dello strumento è quella a nostro avviso più corretta, di sicuro migliore dell’uso del contante, possiamo però anche confermare l’avvertimento dato dallo sportellista. Anche le carte prepagate sono a rischio di frode, come riporta un recente studio della società CPP Italia, filiale della multinazionale inglese che offre servizi di protezione sulle carte ricaricabili e che, in Italia, ha circa tre milioni di carte assicurate,. Da un sondaggio tra gli utenti è emerso che, in Italia, il 9% degli interpellati ha detto di aver subito una frode negli ultimi 5 anni, più che negli Usa (5%), in Germania, Francia e Svezia (3%), e in Olanda e Regno Unito (1%). Il numero più elevato in Italia (comunque meno del 19% in India, del 16% in Cina, del 10% in Messico) è spiegato dalla CPP Italia proprio dal grande successo: più carte ci sono in circolazione, più utenti sono a rischio di incappare in un “incidente digitale”. Il 50% delle carte prepagate nell’Unione Europea è concentrato in Italia, 14,2 milioni a fine 2011. Dal 2007, quando erano 5,8 milioni, il numero si è triplicato, con un incremento nell’ultimo anno del 14,8%. Nel periodo 2006-2011 è più che triplicato pure il valore delle transazioni, da 3,6 miliardi a 11,4 miliardi di euro. Nel futuro il mercato italiano delle carte prepagate è previsto in crescita e il controvalore delle transazioni potrebbe sfiorare i 31 miliardi dollari già nel 2017.
Il libretto di risparmio
In gioventù ho aperto un libretto presso la Cassa di Risparmio di Torino, dove ho fatto movimenti fino al 1976. Il saldo finale era di lire 3.338. Posso recuperare quell’importo?
Giovanni
Le norme sui cosiddetti “conti dormienti” (per 10 anni non hanno fatto registrare movimenti) prevedono che, allo scadere del termine decennale, il saldo sia girato a credito del Fondo per il rimborso delle vittime di frodi finanziarie. La banca, al momento del giro del conto, dovrebbe contattare l’intestatario, in modo da consentirgli di “risvegliare” il conto, magari prelevando il saldo; ma non sempre ciò è fattibile (decessi, libretti al portatore, cambi di residenza, ecc.). Comunque è possibile ricuperare i soldi facendo apposta domanda alla CONSAP S.p.A. Rif. Rapporti Dormienti- V. Yser 14 – 00198 Roma, purché non siano trascorsi più di 10 anni dal giro al Fondo e purché il conto abbia un saldo di almeno 100 euro. Nel suo caso, purtroppo, la seconda condizione non si realizza, perché 3.338 lire (pur calcolando gli interessi legali per 35 anni) equivalgono a non più di 10 euro.
Va bene la ricongiunzione?
Nata il 21 febbraio 1957 ho contributi Inps per 27 anni di lavoro in banca e poi dall’ottobre 2001 lavoro presso un Ente pubblico. Non ho fatto ricongiungimento e desidero sapere se a 57 anni, con 40 di lavoro, potrò andare in pensione? Devo chiedere la ricongiunzione o è meglio tenere separate le due contribuzioni?
U.V.
Non paghi la ricongiunzione: costerebbe una tombola. Anche senza può avere la pensione con 40 anni di contributi attraverso la “totalizzazione” gratuita. Liquiderà due pensioni (anche se saranno pagate cumulativamente): unico difetto è che in questo modo anche la pensione Inps sarà calcolata con il sistema contributivo come quella ex Inpdap.
La pensione nel 2018
Nato nell’ottobre 1956 da febbraio 1976 dipendente industria privata, quando potrò andare in pensione? Non prima del 2018 con il raggiungimento di 42 anni + 6 mesi di contributi? Potrò anticipare l’uscita con un disincentivo sull’assegno?
R. G. C.
Potrà avere la pensione a fine 2018. In quel momento avrà 62 anni di età e non subirà riduzione di pensione. Non è possibile anticipare l’uscita.
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