di Sandra Riccio
Dopo l’avvicinamento alla nuova tecnologia applicata alla regolamentazione, banche e assicurazioni iniziano ora a cercare soluzioni che ne migliorino la competitività sul mercato
Gli istituti bancari e le assicurazioni stanno dedicando sempre più investimenti al RegTech. Si tratta di un nuovo mondo che fonde il concetto di “Regulatory” con quello di “Technology”. La novità è ben conosciuta nel comparto dei servizi finanziari che, negli ultimi dieci anni, si è dovuto confrontare con l’esigenza di gestire al meglio – grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie – l’enorme flusso di istanze normative e di regolamentazione.
A dare il via a questo nuovo mondo sono state le richieste di informazioni e di adeguamento normativo che arrivano dalla Bce e dagli altri regolatori locali.
Il trend è in forte crescita, tanto che entro il 2023 sono previsti 6 miliardi di dollari di investimenti a livello globale in questo particolare ambito (+18,45% nel 2019).
Le sfide e le opportunità del nuovo contesto
Il nuovo contesto è sfidante ma offre anche opportunità. Di sicuro banche e assicurazioni devono compiere grandi sforzi per riuscire a stare al passo con le domande che arrivano dalle istituzioni. Tuttavia, questo nuovo approccio porta alla creazione di nuove occasioni di efficienza. Le enormi banche dati degli istituti di credito e delle compagnie assicurative risultano, infatti, uno strumento molto utile che, unito al RegTech, riesce a creare valore.
Grazie all’utilizzo delle tecnologie emergenti, l’attività di “Regulatory management” diventa, infatti, più semplice, anche attraverso processi standardizzati, su misura della banca o della compagnia assicurativa. Questo permette di accelerare i tempi e di ridurre i costi. Ma offre anche la possibilità, per esempio, di arrivare a una previsione più rapida dei possibili rischi all’orizzonte così come all’opportunità di migliorare i processi regolatori.
Per riuscire in questa attività, gli specialisti del RegTech sfruttano approcci altamente innovativi, come quello dei Big Data, Robotics, soluzioni applicative completamente integrate e allineate agli standard normativi.
Le soluzioni
Nel breve termine, le soluzioni RegTech aiuteranno le banche e le assicurazioni ad automatizzare le attività più semplici di compliance e a ridurre eventuali rischi operativi associati al rispetto degli obblighi normativi.
“È però anche al lungo termine che bisogna guardare – dice Paolo Gianturco, senior partner di Deloitte, responsabile FinTech -. Negli anni, queste soluzioni consentiranno alla compliance di lavorare in maniera più efficiente rispetto ai rischi. In ogni caso, le soluzioni RegTech porteranno alle aziende enormi benefici, sia in termini di efficienza dei processi, sia per quel che riguarda il miglioramento del business”.
In questo senso, la strada che le società finanziarie stanno percorrendo per implementare le soluzioni RegTech al proprio interno, inizia a comprendere anche le possibili strategie da sfruttare per migliorare la competitività.
“È un nuovo passaggio che, nei prossimi anni, vedrà sempre più spazio nelle decisioni interne alle banche e alle assicurazioni”
dice Gianturco. Tutto il mondo dei servizi finanziari è impattato da queste trasformazioni in corso. Banche e assicurazioni si devono adeguare in tempi molto rapidi.
“Questo particolare ambito di innovazione è in forte crescita e ha un futuro di forte sviluppo davanti a sé”
afferma Gianturco.
Le applicazioni pratiche sono già disponibili
Molte sono le applicazioni pratiche già operative. Per fare qualche esempio, il RegTech oggi è già sfruttato in ambito “Data Insight” per offrire maggior protezione alla clientela. Gli strumenti realizzati in questo contesto, permettono di analizzare in breve tempo la mole di dati che riguardano i clienti e di estrarre analisi “intelligenti” e “clustering”.
In questo modo possono essere identificati i mercati di riferimento chiave. È possibile, inoltre, comprendere le reali esigenze dei clienti, analizzarne i comportamenti più abituali, monitorare il processo di vendita per ridurre i casi di insuccesso.
C’è poi il caso del “Deep dive transaction monitoring”. Si tratta di soluzioni che, utilizzando complessi algoritmi cognitivi, permettono di effettuare diverse analisi di scenario con l’obiettivo di aiutare l’identificazione di nuove tendenze e, da un punto di vista normativo, con lo scopo di aiutare a riconoscere gli outlier più probabili.
Da citare, infine, anche la nuova frontiera costituita dagli “Help desk intelligenti” che, attraverso l’utilizzo di software ad hoc, consentono la gestione automatica di segnalazioni di problemi riguardo ad alcune categorie di servizi (per esempio nei pagamenti elettronici, nella richiesta ed erogazione di prestiti o negli investimenti).
L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di novembre del magazine Wall Street Italia.