Le acque sotterranee sono una risorsa preziosa per l’umanità che troppo spesso tendiamo a sottovalutare quando guardiamo al grande quadro dei cambiamenti climatici e dei tanti investimenti che possono essere fatti per contrastarli e limitarne i danni. Eppure le falde acquifere, fonte d’acqua primaria per circa metà della popolazione mondiale, sono sempre più a rischio a causa di tanti fattori diversi, a cominciare dall’eccessivo prelievo che non riesce a stare al passo con la ricarica ridotta legata agli effetti dei cambiamenti climatici.
Prelevare acqua dal sottosuolo a un ritmo superiore alla ricarica naturale porta a un inevitabile abbassamento del livello delle acque sotterranee e alla loro esposizione all’inquinamento da sostanze chimiche e batteri che peggiorano così la qualità dell’acqua con conseguenze dirette per le popolazioni dei Paesi in cui questo bene così prezioso e fondamentale scarseggia già e per gli ecosistemi acquatici da cui dipende il sostentamento di milioni e milioni di persone.
Oltre al prelievo aggressivo dalle falde acquifere e alla ricarica sempre più limitata, a minacciare le riserve di acqua sotterranea del mondo sono anche l’urbanizzazione senza controllo e l’agricoltura intensiva, anche queste spesso in conseguenza dei cambiamenti climatici, che possono ridurre la quantità di acqua piovana e quella in arrivo dallo scioglimento delle nevi in grado di raggiungere il sottosuolo.
Se la situazione di emergenza è chiara, altrettanto evidenti sono le soluzioni che ci troviamo davanti per arginare un problema che rischia di peggiorare di anno in anno. Servono investimenti a 360 gradi nelle nuove tecnologie che, come per altri settori, possono contribuire in modo sostanziale nell’ottimizzare la gestione delle falde acquifere.
L’emergenza può essere affrontata su più fronti, a cominciare da quello più diffuso in varie parti del mondo: limitare il prelievo di acqua dalle falde acquifere grazie a impianti di dissalazione dell’acqua di mare o salmastra che la rendono potabile o anche soltanto adatta a scopi agricoli e industriali. Esempi illustri sono già sotto gli occhi di tutti, soprattutto in aree come il Medio Oriente o il Nord Africa in cui la mancanza di acqua potabile è un problema più urgente rispetto ad altri luoghi del mondo. L’impianto che serve la città di Jubail, in Arabia Saudita, è tra i più grandi mai realizzati con una capacità di dissalazione di 1 milione di metri cubi di acqua salina al giorno e numeri simili sono quelli registrati anche dall’impianto di dissalazione di Palmachim, in Israele, o da quello di Jedda, sempre in Arabia Saudita.
La dissalazione dell’acqua marina, un processo che può avvenire con diverse tecnologie come l’osmosi inversa, la nanofiltrazione o la dissalazione termica, può contribuire in modo importante a ridurre il prelievo delle acque sotterranee, ma allo stesso modo può dare una mano a ricaricare le falde acquifere come accaduto in modo esemplare a Perth, in Australia, dove l’acqua desalinizzata è stata iniettata nel suolo proprio con questo obiettivo.
Se investire in progetti legati alla dissalazione dell’acqua può rivelarsi un ottimo modo per far fruttare i propri risparmi sul medio e lungo periodo, altrettanto lungimirante è intercettare da investitore tutti quei progetti che si occupano di migliorare la ricarica delle falde acquifere, anche grazie a nuove tecnologie impensabili fino a qualche decennio fa. M&G Investments, asset manager globale con una lunga storia di investimenti attivi e di innovazione nei mercati pubblici e privati, ha realizzato una serie di 6 mini ebook su temi legati alla sostenibilità. Il secondo, scaricabile a questo link, è dedicato proprio alle innovazioni nel settore delle acque sotterranee.
Il terzo mini ebook, dedicato alle tecnologie che permettono di ottimizzare la gestione dei rifiuti e promuovere un’economia circolare, sarà presto disponibile nella sezione dedicata.
Se ti sei perso l’articolo dedicato alle innovazioni nel settore dell’energia solare, lo puoi trovare qui.