Le tensioni commerciali tra Stati Uniti e il resto del mondo, in particolare Cina ed Europa, dovrebbero mantenere su livelli sotto controllo i rendimenti obbligazionari americani. Tale scenario ha spinto il gestore di UBS Asset Management Kevin Zhao ha ridurre l’esposizione agli asset rischiosi ai minimi in cinque anni.
Al contempo i rendimenti decennali potrebbero scendere fino al 2,5% dopo il picco della fase attuale toccato in area 2,9%. Uno dei beni rifugio per eccellenza sui mercati potrebbe infatti guadagnare dai dazi che Donald Trump ha intenzione di imporre alle importazioni di acciaio, alluminio e altri beni in settori come IT e telecomunicazioni.
Zhao, che gestisce 8 miliardi di dollari in qualità di head of global sovereign and currency fixed-income presso la banca svizzera, non ha abbandonato del tutto la sua visione ribassista sui Treasuries tuttavia. Questa è semplicemente slittata con Zhao che si aspetta un calo dei prezzi più avanti, verso fine anno.
“Il maggiore rischio per i mercati finanziari”, secondo lui, “non è rappresentato dalle misure aggressive di politica monetaria della Fed e nemmeno da un rallentamento dell’economia in Cina, bensì dalla guerra commerciale lanciata dagli Usa”. Come osservato in un’intervista a Bloomberg, “il mercato non è preparato a un innalzamento delle tensioni commerciali”.
Con rendimenti al 3%, terminerĂ fase rialzista Borse
Jeffrey Gundlach è più pessimista sul breve termine sui mercati obbligazionari. Secondo colui che viene soprannominato il “Re dei Bond” il raggiungimento della soglia del 3% da parte dei rendimenti decennali dei Treasuries Usa non è uno scenario così distante nel tempo. Ed è questo il miglior indicatore per scoprire quando terminerà la fase rialzista dell’azionario.
Il CEO di DoubleLine Capital è convinto che se il tasso del titolo a 10 anni dovesse toccare la soglia di pericolo del 3%, sarebbe un segnale di allarme per tutte le classi di asset rischiose, compresi sia i bond a maggior rendimento sia i titoli azionari. Mercoledì 13 marzo nella mattinata Usa, il Bond di riferimento del governo Usa rendeva il 2,85%, soltanto lo 0,15% di distacco dal 3%.
“La mia idea secondo la quale l’S&P 500 avrà un computo negativo nel 2018 si rafforzerà di convinzione se il titolo decennale inizia a spingersi rapidamente sopra il 3%”, ha dichiarato ieri Gundlach durante un webcast, stando a quanto riportato da Bloomberg.
Anche se la maggior parte degli analisti e dei gestori prevede che Wall Street chiuderà l’anno con un risultato positivo, il manager del fondo da 51,8 miliardi di dollari specializzato nell’obbligazionario (il Total Return Bond Fund) ritiene invece che l’indice allargato archivierà il 2018 in ribasso, mettendo quindi la parola fine alla fase rialzista che ha da poco compiuto nove anni.
L’indice della Borsa americana ha guadagnato il +315% in questo periodo di guadagni e finora – se si esclude la performance debole odierna – è in progresso del 3,4% nel 2018. Per Gundlach però ci sarà un’inversione di tendenza. La principale minaccia per i mercati non riguarda il contesto geopolitico o commerciale, bensì rimane l’andamento dell’inflazione. La paura di un rialzo dei prezzi al consumo oltre il target della Fed ha mandato in subbuglio i mercati finanziari a inizio febbraio.
Le pressioni inflative, a cui l’amministrazione Trump non sta dando abbastanza peso, secondo Gundlach, saranno il motivo per cui i rendimenti dei Bond saliranno. Il fondo obbligazionario principale di DoubleLine Capital sta perdendo l’1,1% da inizio anno, ma sta facendo meglio della maggior parte dei concorrenti e si trova al decimo posto nella classifica di Morningstar.
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