ROMA (WSI) – E’ ancora teso il clima in casa Pd dopo la Direzione nazionale in cui si è deciso per il Congresso, già questo fine settimana.
E il segretario Matteo Renzi sta affilando le sue armi: dimissioni da segretario e immediato rientro in carica per l’ordinaria amministrazione. Non avrebbe nessun ruolo provvisorio da leader né nessuna segreteria. L’ex premier presenterà un parere pro veritate basandosi sul fatto che il segretario può dimettersi e può restare al suo posto fino alle primarie.
Renzi si muove in sintonia con l’attuale premier Paolo Gentiloni, protagonista silenzioso ma determinante per i suoi piani. Nelle intenzioni di Renzi ci sono sì le urne ma non a giugno, bensì qualche mese dopo a settembre.
“Si vota in Germania e si può votare anche in Italia”, dice il segretario.
E per la campagna elettorale Renzi avrebbe in mente due terreni di confronto duro con il Movimento 5stelle: da una parte i vitalizi e dall’altra le banche.
Per quanto riguarda i vitalizi la parola d’ordine è riduzione anche a chi già li prende: tutte le pensioni in essere dei parlamentari verrebbero ritoccate al ribasso naturalmente, con il ricalcolo secondo il sistema contributivo. Alla camera la Commissione sta già valutando la proposta di legge a firma di Matteo Richetti, proposta che come ha sostenuto Renzi al capogruppo Rosato, deve essere approvata nel giro di due mesi. Essa prevede un taglio netto del 30-40% sugli attuali assegni e tutti il comprato evidenziale finirebbe sotto l’ala dell’Inps.
Per quanto concerne le banche l’ex premier pensa ad una commissione di inchiesta in cui si dovrà parlare di Banca Etruria ma anche dei Monte dei Paschi, Banca 121 e tutti gli istituti legati al mondo della sinistra.