Un “SI” e un “NO” che non sono stati tanto sul merito del referendum costituzionale, quanto un voto degli italiani dato al premier Matteo Renzi: d’altronde era stato lui stesso a personalizzare l’esito delle urne, promettendo che sarebbe andato a casa, nel caso in cui l’Italia avesse rifiutato i cambiamenti da lui proposti. E così è stato: l’Italia ha bocciato quelle proposte. O meglio, ha mandato a casa Renzi. Più che referendum costituzionale, sembra il Day After di elezioni politiche, che hanno decretato inequivocabilmente la vittoria non tanto dei singoli partiti e/o movimenti, quanto il trionfo del populismo.
La disfatta di Renzi è tutta nei numeri: i SI si sono fermati al 40,89%, mentre i NO sono volati al 59,11%: è questo il verdetto dello scrutinio dei voti in Italia e degli italiani all’estero.
Così il premier Matteo Renzi, nella sua dichiarazione stampa da Palazzo Chigi, poco dopo la mezzanotte, quando era chiaro dai primi exit poll l’esito del referendum:
Il popolo italiano “ha parlato in modo inequivocabile chiaro e netto. Questa riforma è stata quella che abbiamo portato al voto, non siamo stati convincenti, mi dispiace, ma andiamo via senza rimorsi. Come era chiaro sin dall’inizio l’esperienza del mio governo finisce qui“.
Preannunciando:
“Nel pomeriggio riunirò il consiglio dei ministri e poi salirò al Quirinale per consegnare al presidente della Repubblica le dimissioni”.
Il discorso proferito alla stampa da Palazzo Chigi ha mostrato un premier calmo, in versione “british”, che ha fatto anche qualche battuta. Nel dire che “l’Italia va cambiata, ma non vivacchiando” e nel riconoscere subito la sconfitta: “Io ho perso. Credo nella democrazia. Non faccio finta di nulla”, Renzi ha mostrato auto-ironia:
“Ho perso e a saltare è la mia poltrona. L’esperienza del governo è finita e nel pomeriggio salgo al Colle per dimettermi. Volevo tagliare le poltrone della politica e alla fine è saltata la mia“.
Ancora prima tuttavia, il premier aveva lanciato un messaggio molto chiaro, quasi un rimprovero al voto dato dagli italiani al referendum:
“Chi lotta per un’idea, non può perdere. Fare politica contro qualcuno è facile, fare politica per qualcosa è bello.”
Intanto, mentre tutto il mondo si interroga sul destino dell’Italia, il Corriere della Sera riporta i retroscena, e anche le parole dette a caldo dal premier alla notizia della sua sconfitta:
“Non credevo mi odiassero così tanto”. E ancora, ai suoi fedelissimi avrebbe detto: “Ho fatto quello che dovevo fare. Ho proposto una riforma giusta. Ho combattuto contro la casta più schifosa. Se non mi vogliono me ne vado con la coscienza a posto”. Renzi avrebbe parlato di “odio distillato, purissimo” nei suoi confronti. Ma ora: “li voglio vedere, non hanno un leader alternativo e non hanno un programma, avevano solo un nemico comune. Stavano insieme soltanto per battermi, del merito della riforma della Costituzione non importava niente a nessuno”.
L’ex premier starebbe pensando anche all’addio alla segreteria del Pd:
“Adesso sarà la palude, si è condannata l’Italia all’immobilismo e non si riuscirà più a fare niente”.