ROMA (WSI) – Tutti contro Renzi: precisamente, la Corte dei Conti – che ha bollato la spending review un “insuccesso parziale”; l’Ocse, che ha rivisto al ribasso le stime sulla crescita mondiale e anche sul Pil dell’Italia; e l’ex presidente del Consiglio Mario Monti, che non ha lesinato critiche aperte nei confronti di Renzi, troppo polemico a suo avviso nei confronti dell’Unione europea.
Come se non bastasse, poco fa è arrivata anche la dichiarazione del presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem che, noncurante delle minacce di Renzi su un possibile veto che potrebbe arrivare dall’Italia, è tornato a parlare senza troppi problemi del piano di riforma teso a limitare la presenza di titoli di stato nei bilanci delle banche europee. Un piano voluto fortemente dalla Germania e dall’Asse del Nord in generale.
Un coro insomma di attacchi più o meno diretti a Renzi o, comunque, al suo governo. A cui si è sommata la sentenza dell’Ocse sul Pil italiano (ma non solo)
Corte Conti: spending review, un insuccesso
Severo il giudizio dal presidente della Corte dei Conti, Raffaele Squitieri, che ha inaugurato l’anno giudiziario 2016 con una stoccata contro la politica del governo, in materia di spending review. Una politica che è stata un “parziale insuccesso”, e che si è tradotta in una riduzione dei servizi ai cittadini.
“Il contributo al contenimento della spesa non è più solo riconducibile a effettivi interventi di razionalizzazione e di efficientamento di strutture e servizi, quanto piuttosto a operazioni assai meno mirate di contrazione, se non di soppressione, di prestazioni rese alla collettività”. La Corte dei conti “è dell’avviso che il parziale insuccesso, o comunque le difficoltà incontrate dagli interventi di ‘revisione della spesa’, siano anche imputabili a una non ottimale costruzione di basi conoscitive sui contenuti, sui meccanismi regolatori e sui vincoli che catatterizzano le diverse categorie di spesa oggetto dei propositi di taglio”. Riguardo alle Regioni, “al netto di quanto destinato alla spesa sanitaria, si evidenzia come il progressivo taglio delle risorse disponibili si sia tradotto in una modifica del rilievo delle funzioni svolte, con caratteristiche diverse tra regioni, e come ciò stia progressivamente portando a delineare particolari modelli territoriali e diversità di accesso dei cittadini ai servizi”.
Ancora, Squitieri ha affermato che:
“per i prossimi anni il profilo programmatico di riequilibrio della finanza pubblica resta impegnativo. Esso dunque ripropone con forza la tematica della spending review”. E, quasi a dare ragione ai falchi dell’Unione europea ha fatto notare che “i margini di flessibilità acquisiti in Europa sono interamente utilizzati nella manovra di finanza pubblica per il 2016”. In poche parole, i margini di flessibilità sarebbero esauriti. Dunque, “si mantiene il profilo discendente del deficit dei conti pubblici, che tuttavia assume una cadenza più rallentata, restando comunque al di sotto della soglia del 3%”.
Sull’uscita dell’Italia dalla recessione:
“Pur nella rassicurante acquisizione di un’economia italiana ormai uscita dalla recessione connessa alla crisi del debito sovrano, le vicende più recenti confermano il permanere di un quadro ad alto contenuto di incertezza, soprattutto avendo riguardo allo scenario internazionale”. Di conseguenza, “in una fase così delicata per il nostro paese è fondamentale fornire impulso alla crescita economica e all’occupazione, pur nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica”. In ogni caso, la “bassa crescita del Pil e inflazione ai minimi storici rappresenterebbero una combinazione sfavorevole soprattutto per i paesi come il nostro, impegnati in un difficile percorso di convergenza verso il riequilibrio dei conti e di riduzione del debito pubblico“.
Ocse taglia stime Pil mondiale e Italia
Altro schiaffo a Renzi è arrivato dall’Ocse, che ha rivisto al ribasso le stime sulla crescita mondiale “alla luce dei recenti dati deludenti”. ù
L’outlook sull’economia globale nel 2016 è stato tagliato di 0,3 punti, a +3%; per il 2017 il taglio è stato anche in questo caso di 0,3 punti, a +3,3%. Tagliate anche le previsioni del Pil dell’ Eurozona , di -0,4 punti a +1,4%, mentre le stime sul Pil italiano sono state ridotte di -0,4 punti a +1%.
“La crescita sta rallentando in molte economie economie dei paesi emergenti, con una ripresa che si conferma modesta nelle economie dei paesi avanzati, in un contesto in cui la debolezza dei prezzi mette sotto pressione le esportazioni dei produttori di materie prime “. Dunque: “commercio e investimenti restano deboli e la debolezza della domanda stanno causando bassa inflazione e ad aumenti inadeguati di lavoro e salari”.
L’Ocse ha lanciato un avvertimento all’Europa intera, invitandola a ricorrere meno all’austerity e a spendere di più invece sui progetti per la costruzione di infrastrutture, al fine di tornare ad alimentare una crescita che sia solida. L’organizzazione parigina ha anche detto chiaramente che un contesto di tassi di interesse tassi di interesse bassi e di creazione di moneta da parte delle banche centrali non è più sufficiente a garantire una ripresa economica che sia duratura.
“E’ necessaria una risposta politica collettiva per rafforzare la domanda. La politica monetaria da sola non può funzionare. La polica fiscale è restrittiva in questo momento in diverse economie tra le principali e il momentum delle riforme strutturali ha rallentato il passo”. La bassa crescita “crea anche un legame negativo con le banche come confermato dai recenti crolli dei titoli azionari e obbligazionari in Europa”.
Mario Monti attacca Renzi. Basta a denigrare l’Europa
In tutto questo, una critica diretta, tra l’altro dai banchi del Senato, è arrivata dall’ex presidente del Consiglio, Mario Monti, contro il premier Renzi.
“Presidente Renzi, lei non manca occasione per denigrare le modalità concrete di esistenza della Unione Europea, con la distruzione sistematica a colpi di clava e scalpello di tutto quello che la UE ha significato finora. Questo sta introducendo negli italiani, soprattutto in quelli che la seguono, una pericolosissima alienazione nei confronti della UE. Con il rischio di un benaltrismo su scala continentale molto pericoloso. In modo accorato dico che dovrebbe riflettere molto su questo”. Ancora: “C’è spazio per le sue battaglie in Europa, ma con una carica innovativa. Mi auguro che non ci siano concessi tutti i margini di flessibilità richiesti perché sarebbe un ritorno alla cultura del disavanzo che sembrava finita, ma faccia la sua battaglia sullo squilibrio della Germania: l’ideale per noi sarebbe il rigore per la Germania“.
Monti non si è fermato qui:
“Lei rischia di far fare passi indietro all’Europa e “c’è già evidenza dei primi effetti negativi”.
Immediata la risposta di Renzi:
“Quando garbatamente il senatore Monti mi accusa di non rispetto delle regole vorrei ricordare che da parte di questo governo c’è stato il massimo impegno a ridurre le procedure d’infrazione, i decreti attuativi sono diminuiti così come il deficit”, ha detto il premier. “Sul rispetto delle regole non accetto lezioni perché lo considero un valore”.