ROMA (WSI) – “Credo che ci sia bisogno di una svolta radicale. Una rivoluzione capillare che non passa dalla legge di Stabilità, ma dalla riconsiderazione del sistema italiano. Lo sostengo da tempo. Ho un unico rammarico: non aver spiegato a sufficienza che la rottamazione non è solo il sacrosanto ricambio generazionale. Quello di cui l’Italia ha bisogno non è cambiare tutto, ma cambiare tutti. Ognuno nella sua testa dovrebbe cambiare un pezzettino. Anche l’establishment economico e finanziario, che ha colpe forse non più gravi di quelle dei politici, ma ha fatto perdere tempo e occasioni all`Italia”.
Matteo Renzi non commenta direttamente la legge di Stabilità (“Il Pd ha un segretario, si chiama Epifani; è giusto che la commenti lui. Chi pensa che da qui alle primarie io faccia il controcanto al Pd, o peggio al governo, si sbaglia. Dobbiamo parlare dell’Italia dei prossimi dieci anni, non della contingenza”), ma insiste sul cambiamento necessario, anche in Europa, a cominciare dal tetto del rapporto deficit/pil fissato al 3%. “Anacronistico”, ha detto il sindaco di Firenze in una intervista al Corriere della Sera.
“L’Europa deve cambiare; non per l’Italia, per se stessa. Ma prima di chiedere all’Europa di cambiare, dobbiamo fare in casa le riforme che rinviamo da troppo tempo. La formula per risolvere la crisi italiana non è un algoritmo complicato; è la semplicità. Semplificare la burocrazia, il fisco, la giustizia, le norme sul lavoro. Perché non possiamo avere le stesse norme sul lavoro della Germania?”.
“La sinistra non può essere considerata il partito delle tasse. Durante la scorsa campagna per le primarie – ha proseguito – avevo proposto un intervento sul cuneo fiscale da 21-22 miliardi, per cui un signore che guadagna 2 mila euro al mese se ne sarebbe ritrovati in busta paga cento in più”.
Di temi economici, dal taglio alle pensioni d’oro alla riduzione della spesa pubblica “parlerò in un incontro nelle prossime settimane a Milano”.
Renzi conferma la sua ricandidatura come sindaco di Firenze: “Farò il segretario del Pd e insieme il sindaco”. E sul capo dello Stato Napolitano ribadisce: “Lo rispetto, ma i suoi messaggi non sono diktat”. (TMNEWS)