ROMA (WSI) – Non si placano le polemiche sulle parole di Matteo Renzi che si è schierato contro l’ipotesi di rispondere al sovraffollamento carcerario con provvedimenti di clemenza, come l’amnistia e l’indulto. Dopo la presa di posizione di Enrico Letta, che ieri ha difeso il capo dello Stato, stavolta sono i ministri a criticare le affermazioni del sindaco di Firenze. E senza troppi complimenti.
Altrettanto secca la replica di Renzi, che pur precisando di non voler attaccare il capo dello Stato, rivendica il diritto di essere in disaccordo con il Quirinale. Il primo a dar fuoco alle polveri è Flavio Zanonato: Renzi, “ragiona in termini puramente propagandistici stile Grillo”, attacca il ministro per lo Sviluppo, che accusa il sindaco di guardare solo al “consenso” senza entrare minimamente nel “merito” della questione.
Anche il pidiellino Maurizio Lupi non va per il sottile: “Cerca consensi a destra come a sinistra”, anziché “dimostrare che sta facendo politica”, il che richiederebbe senso di “responsabilità”.
Quello delle carceri, rincara la dose il ministro dei Trasporti, è un “dramma” e il “futuro segretario del Pd” dovrebbe smetterla di “pensare se le cose possono essere fatte o non fatte pensando a Berlusconi, all’unico nemico che ha tenuto unito l’opposizione”.
Lapidaria Emma Bonino, che da Radicale ha sempre avuto a cuore il tema del sovraffollamento carcerario: Se Renzi “è il nuovo che avanza, fatemi il favore di ridarmi l’antico”, è il commento tranchant del ministro degli Esteri, che invita il sindaco di Firenze a leggersi bene il messaggio di Napolitano “prima di rottamarlo”.
A stretto giro di posta arriva la replica del diretto interessato che, pur chiarendo di non aver attaccato il presidente della Repubblica, non intende minimamente smorzare i toni: “Non ho parlato contro Napolitano che è stato ineccepibile e ha legittimamente ha fatto un messaggio con sue riflessioni” ed anzi “ha dimostrato una capacita’ di servizio unica”, ma “le forze politiche devono dire come la pensano” e soprattutto “avere il coraggio di dire che su alcune cose si può essere in disaccordo” con il Quirinale.
Renzi entra quindi nel merito: “Io ho detto che non mi sembrava serio un nuovo indulto-amnistia dopo 7 anni dall’ultimo” atto di clemenza. “Non serio, non educativo e non responsabile”, rimarca. Il problema, a suo giudizio, è di sostanza: “Non si può non far nulla per 6 anni e poi dire, scusate ci siamo sbagliati nei calcoli e a questo punto l’unico sbocco e aprire le celle”.
E ancora: “Un terzo dei detenuti è in attesa di giudizio e in gran parte sono detenuti per la Bossi-Fini o per la Fini- Giovanardi. Allora si intervenga in modo radicale sulla giustizia invece di non far nulla per sei anni”.
Renzi replica senza peli sulla lingua anche agli attacchi dei ministri: “Chi fa politica dovrebbe parlare chiaro e non entrare nei giochini degli addetti ai lavori. Se poi i ministri, invece di governare, si mettono a commentare le mie dichiarazioni sull’amnistia, mi spiace per loro se lo vogliono fare”.
Parole che sembrano una implicita replica a Letta, che per primo aveva difeso il messaggio di Napolitano. L’ultima stoccata del sindaco di Firenze, tra l’altro, è proprio indirizzata ai colleghi del Pd: “La sinistra non può essere legalitaria solo quando c’e’ Berlusconi e smettere di esserlo quando ci sono gli altri”. Inevitabile che la polemica torni a scuotere il Pd: l’altro candidato alla segreteria del partito, Gianni Cuperlo, si schiera con il Quirinale: “Il Capo dello stato ha ragione, l’amnistia è un tema che riguarda la dignità di migliaia di detenuti nelle nostre carceri”. (Rainews)