ROMA (WSI) – Si ritorna a parlare di pensioni e dell’allarme lanciato qualche giorno fa da Ivano Pedretti, leader del sindacato dei pensionati della Cgil che ha fatto emergere dalle pagine di uno dei decreti della delega legislativa sulla povertà, depositati in commissione lavoro alla camera, un possibile taglio delle pensioni di reversibilità, quegli assegni che l’Inps eroga al coniuge o eredi dell’assicurato deceduto che ha versato i contributi.
Come riporta La Stampa, le pensioni di reversibilità nel decreto diventano prestazioni assistenziali e per poterne beneficiarie si guarderà all’Isee, l’indicatore della situazione economica equivalente, ossia il misuratore della ricchezza delle famiglie italiane che con un recente riforma è diventato particolarmente selettivo.
Così potrà accadere che la vedova di un assicurato che lascia in eredità immobili o altro denaro potrà ritrovarsi a bocca asciutta e non ricevere nessuna pensione di reversibilità. Di conseguenza il numero di coloro che vi avranno accesso inevitabilmente si ridurrà.
Da qui la polemica che sta tenendo banco nelle ultime ore. Critico lo stesso viceministro dell’Economia e segretario di Scelta Civica, Enrico Zanetti, che boccia a Studio24 di Rainews24 l’iniziativa di collegare le pensioni di reversibilità all’Idee.
“Gli interventi legati alle pensioni di reversibilità legati all’Isee non stanno in piedi”. E ancora: “L’Isee ha senso se parliamo di prestazioni assistenziali, dove entra in ballo l’equità. La reversibilità non è elemento assistenziale, ma previdenziale. Non ha alcun bisogno di entrare in gioco con logiche equitative”.
Così Cesare Damiano (Pd), presidente della Commissione Lavoro della Camera, intervenendo ad Agorà (RaiTre):
“Non posso pensare che affidiamo a una delega in bianco al governo un principio di razionalizzazione su pensioni di reversibilità e altre cose che valgono miliardi. Vorrei discuterlo per bene dentro il sistema previdenziale”. Di fatto, “il testo della delega dice che si interviene con un principio di razionalizzazione anche sulle prestazioni previdenziali. Se non è vero che il governo vuole intervenire, si cancelli quella frase. Si insiste molto sulle pensioni di reversibilità, però si parla anche di assegno al sociale, integrazione al minimo, quindi di un complesso. Io dico che, se si vuole fare un intervento, lo si debba fare separando il tema dell’assistenza da quello della previdenza”.
Damiano aveva detto:
“Non è accettabile. Si tratterebbe dell’ennesimo intervento dopo quelli, pesanti, del Governo Monti (…) I pensionati non sono il pozzo di San Patrizio Ora basta con i tagli”.
Il leader della minoranza dem Roberto Speranza scrive su Facebook:
“Basta immaginare ancora tagli alle pensioni. Ne sono già stati fatti molti negli ultimi anni”. “Il governo dica no senza ambiguità e conseguentemente si stralci subito dal testo in discussione alla Camera ogni riferimento alle pensioni di reversibilità. Non è accettabile togliere la tassa sulla prima casa anche ai miliardari e poi pensare che per finanziare i provvedimenti sulla povertà si debbano prevedere tagli alle pensioni di reversibilità. In Italia l’evasione fiscale supera i 100 miliardi di euro l’anno. Le proposte per abbatterla ci sono. Le abbiamo presentate durante il dibattito sulla legge di stabilità. Si adottino quelle misure e si trovino lì i fondi per combattere la povertà”.
Il senatore di Forza Italia Lucio Malan commenta così l’ipotesi:
“Razionalizzazione è la parola che di solito si usa per esprimere il concetto di ‘taglio’. Associare questa parola alle pensioni di reversibilità è inquietante: colpiranno due o tre abusi per buttare fumo negli occhi e poi deruberanno i pensionati e le vedove, come hanno già fatto facendosi beffe della sentenza della Corte Costituzionale. Quelle pensioni sono il frutto di anni di sacrifici degli italiani: Renzi non può prendersi i soldi per le mance elettorali e i regali agli amici, come sulle concessioni autostradali”.
Mentre il deputato di Sinistra Italiana Giovanni Paglia.
“Siamo alle solite prima il governo prima ipotizza un intervento sulle pensioni di reversibilità poi, di fronte alle critiche, dichiara di non aver mai voluto cancellare le pensioni di reversibilità. Salvo poi confermare di voler evitare sovrapposizioni o di voler ottenere razionalizzazioni. Tutto attraverso una delega, quindi senza il confronto in Parlamento, che si occupa di contrasto alla povertà. Oltre al danno la beffa (…) Tra le tante smentite non smentisce invece il collegamento con l’Isee. Cioè lo strumento che permette di misurare la condizione economica delle famiglie, che a parole il governo vuole tutelare e che con i fatti invece penalizza. Come sanno bene anche i lavoratori e le lavoratrici del nostro Paese. Tutti sanno benissimo cosa significhi ‘razionalizzare’, e sulle sovrapposizioni, più che una negazione sembra una conferma. La toppa è peggio del buco”.
Così i sindacati tutti (CGIL, CISL, UIL) chiedono al Governo un incontro urgente, perché il timore principale è che si “faccia cassa con le pensioni”.
“Ancora una volta si scopre un cinismo di fondo: se si deve dare qualcosa ai poveri bisogna toglierla a chi è appena meno povero”.
Anche il leader della Lega Nord Matteo Salvini punta il dito contro il Governo.
“Vuole tagliare le pensioni di reversibilità. In Commissione Lavoro alla Camera è arrivata la proposta renziana di legare all’Isee le pensioni di reversibilità, fregando così migliaia di persone, soprattutto donne rimaste vedove. Rubando contributi effettivamente versati, per anni. Un governo che fa cassa sui morti mi fa schifo”.
Pronta però arriva la replica di Palazzo Chigi che parla di razionalizzazione degli sprechi senza però confermare o smentire la proposta.
“Se ci saranno interventi di razionalizzazione saranno solo per evitare sprechi e duplicazioni, non per fare cassa in una guerra tra poveri. La delega del Governo dà non toglie”.
“Poiché carta canta e villan dorme, come ben sa Poletti” – ha concluso Damiano – “ per essere definitivamente tranquilli chiederemo che il testo della delega venga cambiato”.