Economia

Renzi: fine idillio coi poteri forti. Che si interessano al M5S

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NEW YORK (WSI) – Mentre il Movimento Cinque Stelle (M5S) continua a guadagnare terreno in termini di consensi, per Renzi sembra definitivamente archiviato l’idillio con i poteri forti. E’ quanto scrive Cesare Sacchetti sul Fatto Quotidiano, che ricorda che ricorda:

“all’interno di questo asse ci sono i grandi gruppi industriali tedeschi, la finanza speculativa anglosassone e le corporation statunitensi. Ognuno di questi gruppi ha un peso specifico, e un ruolo determinante nell’influenzare i destini degli esecutivi nazionali. Chiunque si candidi a fare il premier viene sottoposto a un esame preventivo, che se superato, porterà all’esecuzione dell’agenda di questi poteri. Qualora si violino queste prescrizioni, si viene prontamente sostituiti, non prima però di essere stato oggetto di una feroce campagna stampa oppure di inchieste giudiziarie”.

Sacchetti ricorda che

“Renzi aveva accettato questa convenzione, aveva accettato cioè di sottoporsi alle indicazioni dell’élite transazionale fino a quando non ha iniziato a mostrare dei segnali di ribellione”.

A questo proposito,

“il caso del Ministro Guidi è solo l’ultimo esempio di come questa macchina si sia messa in moto, e abbia deciso di stritolare il governo”.

Nel frattempo,

“mentre Renzi cade in disgrazia, il M5S inizia a raccogliere le attenzioni di quei poteri un tempo amici del rottamatore. Luigi Di Maio, l’uomo che nel movimento grillino rivestirebbe le funzioni di premier, ha iniziato una serie di colloqui con gli ambasciatori dei 28 paesi UE. Oggetto dei colloqui sono state le posizioni del Movimento sull’Europa e sull’Unione Monetaria, molto critiche in passato e che ora sembrano decisamente più concilianti. Lo stesso Di Maio ha stupito i diplomatici europei, tanto da giudicare “troppo dure” le vecchie posizioni del Movimento sull’Europa, in quello che è sembrato un atto di contrizione in piena regola del politico napoletano. Un’attitudine che ha rassicurato le grandi cancellerie europee, che adesso sembrano aumentare la loro concessione di credito al Movimento, un tempo considerato impresentabile. Lo stesso esame al quale si era sottoposto Renzi prima del 2014, adesso viene affrontato e superato da Di Maio nel 2016. Se il governo Renzi soccomberà, il M5S è già pronto a raccoglierne il testimone”.