Prima della nascita del nuovo esecutivo, il premier uscente Matteo Renzi avrebbe discusso con il suo successore designato Paolo Gentiloni degli incarichi ai vertici delle aziende pubbliche. I dirigenti di Eni, Enel e Poste Italiane – Claudio Descalzi, Francesco Starace e Francesco Caio – saranno confermati.
Secondo Il Fatto Quotidiano saranno quindi confermate le nomine fatte nell’aprile 2014 dal governo Renzi, fatta eccezione per un dirigente. Sarà fatto fuori probabilmente Mauro Moretti di Finmeccanica. L’ex amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato sarebbe infatti “a rischio condanna”.
Che dietro al governo Gentiloni stia lavorando nell’ombra Renzi lo si evince non solo dalla promozione di Maria Elena Boschi a sottosegretario di Stato, ma anche dal retroscena pubblicato nell’edizione odierna de La Stampa, secondo la cui ricostruzione prima della partenza per Bruxelles dove ha partecipato al suo primo Consiglio Europeo da leader dell’Italia, il presidente del Consiglio avrebbe “chiesto a tutti i suoi ministri un impegno significativo: preparare un dossier sulle cose da fare per i primi quattro mesi di governo”.
“Richiesta significativa, sia perché segnala un’ambizione a far bene, ma anche perché fissa un primo traguardo per il suo governo. E lo fissa ad aprile, mese che nelle intenzioni di Matteo Renzi dovrebbe coincidere con lo scioglimento anticipato delle Camere, per poter votare entro giugno“.
Per scongiurare di perdere un altro referendum dopo quello costituzionale – ovvero quello sul Jobs Act previsto per il periodo compreso tra metà aprile e metà giugno, una delle riforme pilastro dell’amministrazione renziana – il governo a guida PD starebbe valutando l’ipotesi di andare alle elezioni anticipate prima di quella data. In quel caso il voto popolare promosso dalla Cgil slitterebbe al 2018.