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Report: il crimine organizzato costa all’Italia il 7,7% del Pil

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New York – Il fatto che l’attenzione dei mercati si sia concentrata sull’Italia, osservato speciale in vista del summit di oggi e considerato da alcuni investitori e analisti come il prossimo caso Grecia, rende ancora piu’ rilevante l’ultimo rapporto delle Nazioni Unite sugli effetti che il crimine organizzato ha sull’economia nostrana.

Lo studio dell’Ufficio delel Nazioni Unite sulla Droga e il Crimine (UNODC nella sigla inglese) e’ stato pubblicato oggi a Vienna. In Italia il crimine organizzato, in particolare traffico di droga ed esseri umani, ma anche lo smaltimento illegale rifiuti, vale 116 miliardi di euro l’anno, pari al 7,7% del Pil.

Le proporzioni del problema sono 6-7 volte piu’ grandi in Italia che altrove nel mondo industrializzato: in Germania vale l’1,3% del Pil, l’1,2% nel Regno Unito e il 2,3% in Usa.

Il report dell’Onu sottolinea che il crimine ha anche degli effetti positivi a breve termine: il riciclaggio di denaro fa si che un fatturato di “denaro sporco” venga investito in piccole attivita’, creando anche lavoro, finendo nei conti delle banche e facilitando il flusso di attivita’ creditizie e liquidita’.

Ma gli effetti a medio e lungo termine sono potenzialmente devastanti.

I gruppi criminali hanno la tendenza a investire denaro in affari che possono venire nascosti con piu’ facilita’ – come immobiliare, ristorazione, trasporti – piuttosto che in attivita’ dove vengono generati alti profitti.

Le aziende che sono appoggiate anche finanziariamente dalle organizzazioni criminali possono danneggiare inoltre la competitivita’, spingendo alla fuga le societa’ in regola. Si offrono beni e servizi a prezzi inferiori a quelli dei tassi di mercato perche’ l’obiettivo e’ il riciclaggio di denaro.

La mancanza di trasparenza distorce i dati relativi alla crescita economica nazionale, le iniziative politiche e le analisi macro. Un danno anche per gli investimenti dall’estero, che potrebbero scomparire a causa delle azioni e indagini legali in materia, avverte il report.

La corruzione delle istituzioni e il sostegno delle amministrazioni amiche “potrebbe inoltre avere un impatto negativo anche sulla moralita’ fiscale e allontanare potenziali investitori stranieri”.

Intanto il prezzo del crescente consumo di droghe illegali in termini di servizi di assistenza sanitaria nazionale e del crimine che genera rischia di costare all’economia fino al 3,5% del Prodotto interno lordo.

“Le agenzie di rating internazionali useranno queste informazioni per cambiare il loro giudizio sul rischio in ambito creditizio dei paesi interessati”, avvisa l’UNODC.

Oggi i principali leader dell’Unione Europea si riuniscono a Bruxelles per concludere la messa a punto di un nuovo piano di emergenza per gestire la crisi dell’euro. L’Italia presentera’ una lettera di intenti che conterra’ i nuovi aggiustamenti alla politica economica del paese per evitare un peggioramento dei conti pubblici, partendo dalle pensioni. L’Europa “core” chiede anche un impegno maggiore sul fronte della crescita.

Dopo due giorni di confronto, che ha messo seriamente in difficolta’ il governo, PdL e Lega hanno trovato un compromesso: si andra’ in pensione a 67 anni, ma solo a partire dal 2026, mentre le pensioni di anzianita’ restano cosi’ come sono.