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Resilienza: dalla psicologia all’economia, ecco cosa significa

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Molto usato negli ultimi tempi, il termine resilienza è senza dubbio uno dei termini più in voga: da titoli di libri a talk politici e anche economici, resilienza ha assunto dimensioni vaste arrivando ad essere usato in provvedimenti di legge.

Basti pensare al PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il documento approvato dal Cdm guidato da Mario Draghi, con cui il governo italiano spiega come intende spendere i finanziamenti che arriveranno dall’Unione Europea tramite il Next Generation EU. A livello etimologico, deriva dal verbo latino resilire, ovvero rimbalzare, saltare indietro.

Resilienza: dall’ingegneria all’economia, cosa significa

Questo termine è stato introdotto da Walter Cannon nel 1914. L’etimologia del termine risale all’ingegneria: infatti indica la capacità di un materiale di resistere agli urti senza rompersi. Ma il termine resilienza si è sviluppato in numerosi altri settori. In psicologia, resilienza indica la capacità di un individuo di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà.

Come riporta Treccani, in economia sembra che la resilienza prenda forza soprattutto da questo concetto di prevenzione. In ambito finanziario, per esempio, coincide con la capacità di tutelarsi con mezzi assicurativi con l’obiettivo di resistere meglio a eventi imprevisti. Altra accezione di resilienza in campo economico è quella sviluppata in seno al dibattito alimentato da Serge Latouche, economista e filosofo francese, ideologo della decrescita felice, una possibile risposta sostenibile e alternativa rispetto all’attuale sistema produttivo. La decrescita ha come obiettivo di sviluppare un modello economico che prenda spunto dalla resilienza, di cui troviamo esempi in natura che mostrano la  capacità di fronte a certe crisi di non soccombere, anzi di rinnovarsi.

Resiliente è per Latouche il piccolo artigianato, che sopravvive fin dai tempi del neolitico, resilienti sono le imprese agricole a conduzione familiare.

Nelle linee guida alla ripartenza redatte dal governo nell’ambito del PNRR, il ricorso a questo concetto sembra andare in una direzione vicina a quella auspicata da Latouche come scrive Treccani.

La resilienza è raggiungibile passando per una transizione verde e digitale, il miglioramento dell’efficienza energetica e la messa in sicurezza degli edifici pubblici e privati, il miglioramento delle infrastrutture per la mobilità sostenibile, la promozione di un’economia circolare, il rafforzamento del sistema sanitario, il sostegno al reddito dei lavoratori, ecc.