Con la riaperture graduali delle attività nelle zone gialle da lunedì 26 aprile si rischia un nuovo aumento dei contagi in Italia con conseguente arrivo di una quarta ondata nei mesi di giugno e luglio.
Il monito arriva dal Cnr che prevede un nuovo picco di contagi all’inizio dell’estate, tra giugno e luglio. Visto che il sistema delle zone colorate è ancora in vigore non sono quindi da escludere nuove chiusure nel caso di una risalita dei nuovi contagi che al 24 aprile si attestano a quota 13.800 su base giornaliera.
“Siamo in una fase discendente ma con numeri ancora molto alti di positivi- spiega Franco Spinella, direttore del Dipartimento di scienze fisiche e tecnologie della materia del Cnr,- secondo il nostro algoritmo un ritorno alla mobilità con prevalenza di zone gialle, un po’ come avevamo a fine 2020, porterà allo sviluppo di una nuova ondata che avrà un suo picco tra giugno e luglio. Avrà numeri di ricoveri lievemente superiori al picco della terza ondata.
Un numero di ricoveri che si sarebbe però prospettato ancora maggiore in assenza della attuale campagna vaccinale il cui trend è in crescita. Ciò nonostante, le aperture così anticipate comporteranno comunque l’innesco di una nuova ondata”.
Le simulazioni sono state realizzate con il calcolo differenziale dal Consiglio nazionale delle ricerche. “Sempre secondo l’algoritmo, mantenendo il regime di aperture prospettato, ad agosto arriveremo a una cifra di decessi per Covid tra i 160.000 e i 180.000“, chiarisce Spinella.
Riaperture, numeri della pandemia e le soglie di allerta
Dall’inizio della pandemia in Italia sono stati almeno 3.949.517 gli italiani che hanno contratto il Covid 19. Le vittime sono state 119.021 mentre le persone guarite o dimesse sono complessivamente 3.369.048.
Secondo quanto chiarito da Giovanni Rezza, direttore della prevenzione del ministero della Salute nell’ultimo bollettino settimanale “complessivamente l’incidenza dei contagi resta elevata (157 nuovi contagi per 100.000 abitanti su base regionale, ndr) e ancora ben lontana da livelli (50 per 100.000) che permetterebbero il contenimento dei nuovi casi.
Di conseguenza, è necessario continuare a ridurre il numero di casi e progredire con la campagna vaccinale. È fondamentale che la popolazione continui a rispettare tutte le misure raccomandate di protezione individuale e distanziamento in tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo per ridurre il rischio di contagio”.
Il premier Draghi nei giorni scorsi ha parlato di rischio calcolato in merito alle riaperture ma, come è bene ricordare che ogni volta che le misure sono state allentate il contagio è ripreso a livelli allarmanti, costringendo poi ad introdurre nuove restrizioni.